“Art Couture” di Andrea Marano
Giovani e mondo del lavoro: un’accoppiata da brividi. Era solo nel febbraio del 2012 che l’allora presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti affermò: «Che monotonia il posto fisso. I giovani si abituino a cambiare». Peccato, caro ‘senatore a vita’ Monti, che non si trovasse allora e non si trovi ancora oggi uno straccio di lavoro part-time, figuriamoci se uno pensa al lusso della scelta.
Invece, di recente, John Elkann si è lasciato andare sostenendo che «i giovani non trovano lavoro perché stanno bene a casa». E no caro John, uno sta a casa perché non ha soldi da investire nella ricerca di un lavoro che non esiste.
E intanto si è arrivati ad un tasso di disoccupazione del 12.9 % (fonte ISTAT), con aspettative sempre meno rosee per il futuro. Le alternative sono poche: se non trovi un lavoro da dipendente, devi metterti in proprio. Da pazzi? Dipende dai punti di vista. E quello del nostro “ospite di giornata” è più che ottimista.
Per il consueto appuntamento mensile sull’imprenditoria giovanile ospitiamo questo mese Andrea Marano, che lo scorso primo marzo ha aperto al pubblico le porte del suo Art Couture in via Nazionale, nella frazione Passo Eclano.
Allora Andrea, come ti senti a pochi giorni dall’inaugurazione? Smaltito il nervosismo? Come è stato mostrare ad amici e conoscenti il frutto delle tue idee e del tuo impegno?
«Sono molto soddisfatto. Dopo tre mesi di preparativi non vedevo l’ora che arrivasse il momento di cominciare. Vedere entrare i miei amici e i miei familiari è stata una bella sensazione che mi ha riempito di orgoglio. Non stavo nella pelle, ero ansioso. Poi una volta smaltito tutto mi sono potuto concentrare sul lavoro».
Mi ricordo di te ciclista, pittore, ma che armeggi con una macchina da cucire proprio no! Dimmi la verità, chi ti aiuta?
«Come si dice: impara l’arte e mettila da parte! E’ da piccolo che faccio così. Non sono mai stato fermo. E anche questa l’ho considerata un’occasione da non lasciarmi sfuggire.
E te lo confesso: è mia madre che ha le mani d’oro, mi consiglia e mi aiuta su tutto. E’ grazie a lei che possiamo portare avanti questo progetto».
Che servizi offrite ai vostri clienti?
«Art Couture nasce come sartoria e tappezzeria, quindi produciamo tutto ciò che riguarda questi due ambiti: tendaggi, arredamenti country e vintage, vestiti su misura. Creiamo divani personalizzati e pouff di varie forme e colori. Facciamo del nostro mestiere un’arte, un’Art Couture!».
E’ stato difficile predisporre i necessari e richiesti atti amministrativi? Hai avuto problemi in particolare?
«Oggi, per aprire un locale commerciale devi preoccuparti più di carte e scartoffie che del budget da investire. E’ più facile trovare un ago in un pagliaio. Pensa che ho dovuto affrontare anche la verifica dei requisiti igienico-sanitari e i calcoli della potenza del vento su una tabella pubblicitaria»
In questo periodo così triste per l’economia, come si fa a trovare il coraggio di avviare un’attività? Che consigli daresti a chi volesse mettersi in gioco come hai fatto tu?
«E’ vero che stiamo vivendo questo bruttissimo periodo, ma non dobbiamo demordere, ogni lasciata è persa! Bisogna rischiare, buttarsi a capofitto con impegno, costanza e voglia di fare!».
Andrea De Gennaro


