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Incontri di formazione tra vocazione e impegno civile
Sabato 16 febbraio nella sede del Palazzo Vescovile di Avellino, S.E. Mons. Arturo Aiello ha incontrato le Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Irpinia e Sannio. È stato il primo degli appuntamenti programmati dal neoeletto Consiglio Regionale OFS della Campania per approfondire il tema caratterizzante il cammino del prossimo triennio: “Nuovi stili di vita per abitare le distanze”.
Il Vescovo, pur dichiarandosi completamente “A-social” e “vergine” rispetto al bombardamento di informazioni dei TG, si è dimostrato osservatore attento e informato, sensibile alle istanze del territorio in tutte sue espressioni.
Con una colta e attenta analisi introduttiva, storica e terminologica, ha messo a fuoco le profonde e dolorose “distanze” fisiche, culturali, religiose, affettive che segnano le relazioni del nostro tempo. Paradossalmente, ha detto, “mai siamo stati così soli come adesso e mai così connessi” perché “la connessione non è di suo comunione, né tanto meno comunicazione”.
Ai francescani secolari, chiamati a vivere qui e ora in queste distanze, Mons. Aiello ha suggerito un cammino possibile, a partire dalla consapevolezza della difficoltà, talvolta impossibilità di colmarle, ma che, tuttavia, risulti prezioso e incisivo rispetto alla propria vita personale, familiare, di Fraternità, in Parrocchia e in tutti gli ambienti in cui essi si trovino a vivere e operare. Li ha invitati a
- diventare piccole cellule, ossigenate (dalla Parola e dalla vocazione) e ossigenanti, all’interno dei “massimi sistemi”
- trasformare la propria vita e le fraternità in “luoghi di minorità”, sempre pronti a prediligere e accogliere il “più piccolo”, quello che sembra inutile
- prendere atto che il nuovo stile di vita si può realizzare solo quando si sceglie di cominciare a vivere diversamente, in maniera sempre più conforme al Vangelo
- riscoprire, pur con le sfumature dettate dallo stato di consacrati o secolari, il significato e il peso di scelte radicali quali povertà, castità e obbedienza
- saper costruire pause di silenzio in cui ritrovarsi come persone e come cristiani
- percorrere le distanze con l’animo di chi sceglie la condivisione, ovvero la non esclusione, che implica lo sguardo attento e l’impegno a farsi coinvolgere fino a toccare la condizione dell’altro, proprio come fece S. Francesco con il lebbroso.
Perfetta è stata la preparazione dell’incontro e molti gli stimoli e gli interventi che hanno arricchito la serata.
R.B. per la famiglia francescana