Auditorium “SS. Annunziata”, inaugurata la mostra archeologica:«Sull’appia con l’Imperatore. Documenti archeologici dall’antica Aeclanum»
Si amplia il circuito museale della città di Mirabella Eclano. Infatti, al Museo dei Misteri, al Museo del Carro (ubicati nel complesso monumentale di San Francesco) e al Museo dell’Arte Sacra, si aggiunge una nuova perla, che accresce il circuito dedicato alla città archeologica di Aeclanum.
Nell’Auditorium “SS. Annunziata”, situata nel centro storico eclanese, è stata inaugurata, la mostra archeologica, che si auspica destinata a Museo, dal titolo «Sull’Appia con l’Imperatore. Documenti archeologici dall’antica Aeclanum» e che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 31 dicembre.
Presenti all’inaugurazione, il neo prefetto di AvellinoCarlo Sessa, il Parroco don Remigio Spiniello, il Presidente dell’Associazione “Pro Loco La Fenice” Massimo Lo Pilato, i funzionari della Soprintendenza Archeologica, le autorità cittadine, studiosi ed appassionati.
«La mostra ripercorre momenti salienti della storia dell’antica città romana di Aeclanum – ha dichiarato,dopo aver annunziato l’investimento di un milione di euro per le ricerche nell’area archeologica,la Sovrintendente Adele Campanelli (Beni Archeologici di AV, BN e SA) – attraverso l’esposizione di materiali particolarmente significativi, che non soltanto ne illustrano la vita quotidiana, ma soprattutto mettono in evidenza il ruolo primario svolto dal municipio romano nel territorio irpino quale fondamentale nodo di scambi e traffici, al centro di un articolato sistema di strade, e lungo il tracciato della più importante di queste, la via Appia. La nostra scommessa è quella di far conoscere ad un ampio pubblico questo patrimonio».
Dopo l’apertura della neo struttura museale, gli esperti, che si sono occupati del restauro, hanno guidato i presenti ed hanno presentato i singoli interventi effettuati con le tecniche di restauro impiegato. Lungo il percorso espositivo, infatti,i visitatori hanno potuto osservare ed apprezzare una selezione di materiali significativi.
Da ammirare, proveniente dall’area archeologica di Aeclanum, è la statua loricata in marmo riferibile all’imperatore Marco Aurelio.
La statua, a grandezza naturale, raffigura un personaggio maschile che indossa una corazza anatomica(lorica) decorata a bassorilievo con una Gorgone sul petto e due Vittorie alate che ornano il Palladio (lastatua protettrice di Troia, che Enea avrebbe portato con sé, e sarebbe poi arrivata a Roma), sistemato su un piedistallo a forma di clessidra, sull’addome.
Priva della testa, del braccio destro (che era sollevato, forse nel gesto di chi si accinge a prendere la parola)e della mano sinistra, lavorati a parte, come dimostrano i fori di alloggiamento dei perni di fissaggio, è spezzata all’altezza delle ginocchia, mentre il mantello (paludamentum) – che conserva tracce di un rivestimento di color porpora‐ serviva anche da pilastrino di sostegno della scultura.
L’assenza della testa e della base su cui la statua poggiava (dove era la dedica) non consentono una identificazione assolutamente certa del personaggio raffigurato, sicuramente un imperatore.
Comunque, il motivo decorativo presente sulla corazza trova confronti diretti in alcune statue che raffigurano Marco Aurelio(121‐180 d.C.), conservate in diverse collezioni museali italiane ed europee (Roma, Parigi, Berlino, Alessandria). Il parallelo più stringente è dato tuttavia da una statua conservata nella Collezione Pio‐Clementina dei Musei Vaticani (Roma), tradizionalmente attribuita appunto a Marco Aurelio.
Testimonianze altrettanto importanti vengono anche dalla fase pre-romana del centro irpino, come l’ara votiva in travertino con dedica alla dea Mefite, rinvenuta a Mirabella Eclano nel 1930 e da allora conservata presso il Museo Archeologico di Napoli, tornata nel luogo d’origine – dove è giusto che resti – grazie all’impagabile tenacia e all’ammirevole dedizione dell’ex Sindaco Vincenzo Sirignano e su autorizzazione del Ministro per i Beni e le AttivitàCulturali DarioFranceschini.
Infatti, l’ex primo cittadino eclanese ha voluto ricordare come «quest’opera rappresenti l’ennesimo tassello di un percorso finalizzato ad attrarre nuovi flussi turistici con la valorizzazione delle risorse presenti nell’area, che si affianca alle belle realtà rappresentate dai tre Musei del Carro, dei Misteri e di Arte Sacra».
Il pregevole piedistallo, a forma di altare con dedica in lingua osca alla dea Mefite, fu rinvenuto durante i lavori di ricostruzione di una abitazione distrutta dal sisma del 1930, e da allora poi custodito nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L’ara votiva in travertino, sostanzialmente testimonia la presenza di un luogo di culto dedicato alla dea Mefite anche nei pressi dell’antica Aeclanum.
La caratteristica forma dell’incavo superiore, destinato ad accogliere un plinto, rende verosimile che la base servisse da piedistallo per una statua della divinità che tuttavia non è stata mai rinvenuta.
L’iscrizione, che è in lingua osca e per questo va letta da destra a sinistra, individua l’altare (e anche la statua) come un dono alla dea Mefite da parte di una Sevia Magia, donna appartenente ad una delle famiglie sannite più in vista della città.
Inoltre, importante testimonianza storica sono i diversi oggetti databili dal I sec. a.C. al VI sec.d.C. (età romana -età tardo romana)racchiusi in ben otto vetrine. Sono reperti provenienti sia dalla necropoli che dalla città abitata: suppellettile domestica, anfore e vasellame da mensa. Ancora, materiali provenienti dal centro urbano, tra i quali la serie di balsamari (porta profumi) e bottiglie in vetro di pregiata fattura, e i reperti provenienti dalle aree funerari, come brocchette, boccali, anforette e lucerne.
Infine, significativa testimonianza è rappresentata da un tesoretto monetale (databile tra la metà del IV e il V sec. d.C.), esposto con il suo contenitore di argilla, che comprende circa seimila ‘minimi’ monetali in bronzo.
A concludere l’inaugurazione della mostra archeologica è stato il concerto “Musica dal Rinascimento”, ensemble strumentale e Coro Polifonico “S.M. Maggiore” di Mirabella Eclano, diretto dal maestro Rosanna Minichiello.
«Quest’opera rappresenta – ha dichiarato il neo Sindaco Francescantonio Capone – un ulteriore tassello ad un percorso di qualità che mira ad attrarre nuovi flussi turistici, con la valorizzazione delle risorse già presenti nel territorio. Un ringraziamento doveroso va anche alla Sovrintendenza che ci ha dato la possibilità di riportare a Mirabella Eclano, nella propria culla, un patrimonio d’inestimabile valore».
La Redazione


