La Città dei «cretini»
C’è una Città in questa nazione popolata in larga parte da cretini. Attenzione alla differenza: cretino è cosa diversa da stupido. Lo stupido è il soggetto lento, costantemente carico di meraviglia, in attesa di elaborare, con esasperante lentezza, le informazioni che giungono al suo cervello. Il cretino è più veloce. Assume le informazioni, le elabora, ne trae le dovute conseguenze: tutte sbagliate. Per questo il cretino a volte è irriconoscibile, dissimulato, a volte coperto addirittura da una patina taroccata di fulgore intellettivo. L’Italia ha generato, per uno straordinario caso, una città piena di questi scherzi della natura.
Quali sono le conseguenze immediate della presenza di una maggioranza di cretini in una sola città?
Prima di tutto l’omicidio in culla di ogni iniziativa culturale. Il cretino non ha bisogno di imparare, sa già tutto. Ma siccome la bellezza, l’arte, il fermento delle emozioni, sono le madri di ogni forma di ricchezza e di benessere, il cretino crea un ambiente di povertà culturale e di miseria sostanziale. Ma non si pone il minimo dubbio se sia colpa sua. Sono sempre gli altri. Perché lui sa tutto e la cultura é per gli altri.
Non parliamo poi di fare impresa. Qualunque idea redditizia non può aver successo.
Il cretino la guarda e pensa: «non l’ho avuta io, perciò non può essere una buona idea!».
Si apre quindi una guerra sottile, destinata al fallimento dell’avventuroso imprenditore. Fosse da solo, il cretino, non avrebbe chance. Purtroppo è circondato da tanti come lui – è la Città dei cretini appunto – e la sinecura, mista ad una buona tirata di piedi crea un terreno roccioso dove nulla può germogliare. La povertà economica, grazie al cretino, quindi impera.
Ma i cretini danno il loro spettacolo migliore nell’approssimarsi delle elezioni.
Contemplando il camposanto bombardato da loro stessi spianato, lamentano l’assenza di un uomo politico che sia in grado di rimediare al danno fatto (dagli altri).
Ognuno pensa che i problemi provocati da lui stesso possano e debbano essere risolti dal Sindaco. Ma non si rendono conto che il problema consiste esclusivamente nella sua esistenza in vita.
Ed è qui che l’equazione si chiude. Siamo in democrazia, e il cretino può scegliere chi lo deve governare. Come pensate che possa scegliere uno meglio di lui?
La politica è alta cultura, è organizzazione di uomini e di mezzi (come una buona impresa) per un fine più alto del profitto personale. Per i motivi prima descritti il cretino non può affidarsi alle persone adeguate.
Ecco che quindi due tipi di soggetti si garantiscono il successo: i cretini da una parte e quelli che fanno finta di esserlo, dall’altra.
Il primo fa danno alla Città ed a se stesso.
Il secondo torna a casa, almeno, con le tasche piene, buon per lui.
In questa Città dei cretini nessuno capisce che l’unico modo per rimediare a questa miserevole situazione non comincia da chi governa, ma da chi va a votare.
Tuttavia, convincere ognuno dei cretini a migliorare prima di tutto se stesso; convincerlo che non deve chiedere il piccolo o grande vantaggio solo per le sue tasche; aprirgli gli occhi e fargli capire che anche se ottiene un mal meritato “posto” non serve a niente se poi lo stipendio lo riceve in letame, invece che in danaro; guarire il cretino, insomma, è una impresa pressoché impossibile.
Per fortuna… (?!) che una Città del genere non esiste. E’ solo un’invenzione!
Marco Scillitani


