Tradizioni Folkloristiche Irpine

rocca

Con il termine Folclore si suole indicare l’insieme di tradizioni tramandate per lo più oralmente e riguardanti conoscenze, usi, costumi, miti, fiabe, leggende, filastrocche, credenze popolari, musica, canto, danza, riferiti ad una determinata area geografica ed alla sua popolazione.

Il Folclore rappresenta una enorme ricchezza per l’essere umano poiché, attraverso di esso, si ha la possibilità di esprimere se stessi e la propria personalità ed al contempo si accede alla conoscenza di ciò che caratterizza la personalità di altri individui favorendo così la socialità ed anche il miglioramento di sé.

In Irpinia le tradizioni folcloristiche sono molteplici ed è importante saperne di più in merito, sia per una naturale conoscenza del proprio territorio, sia per poter essere più partecipi agli eventi che in esso si svolgono allo scopo di rendere più forti le proprie “radici” ed anche per contribuire alla diffusione della conoscenza che può portare ad un vantaggio sociale ma anche economico dei territori.

Alcune delle tradizioni più particolari presenti in Irpinia… (fonte incampania.com)

 

Altavilla Irpina – Battenti di San Pellegrino

I Battenti di Altavilla sono una speciale categoria di devoti che compie un pellegrinaggio verso il Santuario dedicato al Martire di Altavilla.

I fedeli hanno una loro divisa che consiste in una camicia e in un pantalone bianco, corredata da una larga fascia rossa a tracolla oppure intorno ai fianchi, con sopra impressi l’immagine del Santo e il nome dell’associazione di appartenenza. Camminano a piedi scalzi saltellando continuamente e, quando sono in prossimità della chiesa, un suono prolungato annuncia il rituale gesto devozionale dei Battenti che si prostrano sull’asfalto bollente fino a un successivo suono di tromba, procedendo carponi e col capo chino verso il pavimento della chiesa dell’ Assunta. Portano in dono al Santo Taumaturgo grossi ceri, in segno di riconoscenza per le grazie ricevute o da impetrare. Il genitore porta con sé il figlio per iniziarlo a questa pratica rituale. Oltre al nutritissimo gruppo d’ Altavilla, partecipano a questo evento anche gruppi di battenti provenienti dalle comunità di Mugnano del Cardinale, di Monteforte Irpino, di Manocalzati, di Montefredane, di Roccarainola, di Cimitile ed altri paesi. I Battenti si svolgono tradizionalmente ogni anno tra il 24 e il 26 Agosto.

 

Festa dei Trattori – Gesualdo

Durante il mese di luglio il borgo di Gesualdo si anima di sagre, canti popolari, musica , balli, lotterie, vini e gastronomia tipica locale di ogni genere. Si tratta della festa di S. Elia Profeta che si svolge nell’omonima contrada. Ma il rito più antico, esclusivo e tradizionale è la sfilata dei trattori. Lo spettacolo caratteristico è fornito dai trattori antichi che sembrano riportare lo spettatore in un’altra epoca, fatta di vita semplice e contadina. La festa è legata al programma religioso che prevede la processione di San Rocco e la benedizione dei trattori e delle sementi come ringraziamento e buon auspicio per il raccolto della nuova stagione. La festa si svolge tradizionalmente durante il mese di luglio.

 

Castelvetere sul Calore – Festa del Pane Miracoloso

Nella deliziosa località di Castelvetere sul Calore, un borgo medievale arroccato a 750 metri, ogni 28 aprile si celebra la festa del Pane Miracoloso dedicata alla Madonna delle Grazie. Tutti attendono con ansia questo giorno, l’entusiasmo per i preparativi si tocca con le dita e la partecipazione è collettiva. Castelvetere si riempie di donne ridenti e orgogliose di raccogliere e lavorare il grano. Il pane a forma di tarallo intrecciato viene tostato ed offerto alla Madonna. Il 28 aprile tutto il paese è nella chiesa di Santa Maria delle Grazie per la benedizione dei pani e per portare la Vergine in processione. La statua è affiancata dalle “dispensatrici”, ragazze al di sotto di dodici anni accompagnate dai padrini (genitori o parenti) con ceste sul capo piene di “pane miracoloso”. La loro innocente bellezza, impreziosita da gioielli e monili d’oro indossati dalla cintola in giù, abbaglia i partecipanti. Ogni fanciulla è vista come una novella apparizione della Madonna e viene accolta con calore e affetto in tutte le case, le porte si spalancano alle messaggere e alla loro casta visione. Al termine della processione tutti giungono nella piazza principale dove proseguono i festeggiamenti al sapor di pane benedetto.

 

Zungoli – Festa della Transumanza

Nella seconda metà del mese di Settembre si celebra la Festa della Transumanza. Si tratta della rievocazione di un’antica tradizione contadina, con gite guidate lungo il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, balli, canti popolari e degustazione di prodotti della gastronomia locale. La transumanza, proseguita nel tempo fino al secondo dopoguerra, originò sul territorio irpino diversi sentieri di percorrenza, detti Tratturi, affiancati da percorsi minori detti “Tratturelli” e “Bracci”, lungo i quali vi erano i “Riposi”, zone più vaste per il riposo degli animali in transumanza. In generale i Tratturi non sono più visibili, essendo stati coperti da strade ed edifici, coltivazioni, boschi o semplicemente cancellati dagli agenti atmosferici. Alcuni tratti sono, però, sono stati conservati a memoria di un’epoca passata e sono visibili nel circondario di Zungoli.

 

Zungoli – Festa di Sant’Anna e sfilata delle gregne

Il Santo Patrono di Zungoli è Sant’Anna e si festeggia il 26 luglio. La festa, celebrata nel periodo coincidente con il raccolto, è caratterizzata da rituali di tradizione chiaramente agraria. Lungo le strette e tortuose strade del centro sfilano, infatti, alcuni carri riccamente addobbati che trasportano numerosi covoni di grano, chiamati in dialetto locale “grègne”. Tutti i carri partecipano ad una vera e propria gara per il miglior apparato decorativo e il carro premiato viene simbolicamente offerto a Sant’Anna.

Frigento – Festa della Trebbiatura

La festa “re lo grano e re la trebbiatura” consiste in tre giorni all’insegna della tradizione legata all’agricoltura e alle usanze di un tempo. Si parte con il ritrovo sull’aia con i trebbiatori e la programmazione della trebbiatura, con arrivo di una trebbia antica. La mietitura fatta come una volta da un gruppo di contadini armati di falce e, con l’aiuto di una vecchia falciatrice messa a disposizione solitamente da un componente dell’associazione organizzatrice. Nel frattempo è stata riaperta l’osteria dei trebbiatori, luogo di incontro degli organizzatori, una folcloristica capanna realizzata in legno e paglia che un mese prima dell’evento riapre i battenti e diventa il punto di ritrovo per un’intera frazione. La festa si svolge tradizionalmente durante il mese di agosto.

 

Frigento – Festa di San Rocco e Tirata dei Carri Covoni

Sebbene San Marciano sia il patrono del paese, il santo più venerato dagli abitanti di Frigento è San Rocco. Le festività in suo onore sono infatti tra le più caratteristiche e sentite della tradizione popolare frigentina ed affondano le proprie radici in tempi lontani, all’interno della semplice ma profonda religiosità della società contadina.

I festeggiamenti in onore di San Rocco si svolgono nell’arco di quattro giorni, dal 14 al 17 agosto.

Il 15 agosto si compie la tradizionale tirata dei carri covoni, una manifestazione che trae la sua origine dall’antica consuetudine di offrire al santo una parte del grano mietuto come ringraziamento per il buon raccolto ottenuto. La quota simbolica di grano veniva intrecciata a formare degli artistici “covoni” e posta ad ornare dei carretti di legno trainati da buoi. Ancora oggi il pomeriggio del 15 agosto sette carri addobbati di grano, uno in rappresentanza di ciascuna contrada di Frigento, si radunano al Santuario della Madonna del Buon Consiglio e vengono trainati da buoi fino al centro storico, dove sono collocati davanti alla Chiesa del Purgatorio: qui rimangono per tutto lo svolgimento della festa di San Rocco fino al 17 agosto, quando in Piazza Municipio si dà luogo alla trebbiatura e alla vendita simbolica del grano dei covoni.

 

 

 

Taurasi – Fuochi di San Ciriaco

La tradizione è antichissima corrisponde ad un rito della terra essendo il periodo in cui termina la potatura delle piante. Il giorno della vigilia della nascita del Santo Patrono, in ogni rione del paese, gruppi spontanei di cittadini accendono falò nelle piazze e ai crocicchi delle strade. Le pire vengono costruite con il dono che ciascun taurasino fa al santo dei sarmenti e dei tralci potati. La tradizione si rinnova ogni anno nella notte del 15 marzo.

 

Frigento – I Lampai e i Mezzetti

La sera del 15 agosto tutto il centro storico di Frigento si anima dei coloratissimi “lampai” che ondeggiano al vento appesi ai balconi e alle finestre dei palazzi. Questi caratteristici manufatti a forma di stelle, navi o tamburi sono realizzati con strisce di canna ricoperte da carta velina variopinta.

Il 16 agosto, il giorno in cui si festeggia San Rocco, la statua del Santo viene solennemente portata in processione per le strade del paese, preceduta dalla banda musicale e accompagnata da tutte le Congregazioni storiche e dai portatori dei tradizionali “mezzetti”. Questi ultimi sono dei grandi recipienti di legno che un tempo rappresentavano l’unità di misura del grano in Alta Irpinia, pari a circa 30 kg; sono portati in processione, ricolmi di alte spighe artisticamente intrecciate ed ornate di nastri colorati e fiori finti, quale simbolo dell’abbondanza del raccolto. Secondo la tradizione a portare sulla testa i pesanti contenitori sono donne particolarmente devote al Santo, come ringraziamento di una grazia ricevuta o come richiesta di un intervento miracoloso. La festa si svolge tradizionalmente tra il 15 e il 16 Agosto.

Mercogliano – Il Santuario di Montevergine e la Candelora

Il Santuario, in epoca romana tempio dedicato alla dea Cibele, affonda le sue radici nella storia di un giovane pellegrino, Guglielmo da Vercelli, che incantato dalla bellezza del monte, lo scelse come sua dimora. L’apparizione di Gesù lo incoraggiò a costruire un santuario in onore della Vergine Maria. Il primo nucleo eretto nel 1124 nel corso dei secoli si è trasformato fino ad assumere l’attuale conformazione: la nuova e l’antica Basilica, il monastero, la foresteria, il campanile e la cripta. Il complesso è ricco di opere degne di nota come il baldacchino bizantino del XII secolo, il monumento quattrocentesco a Caterina Filangieri e l’altare di pietre dure, ma anche migliaia di ex voto simbolo della profonda devozione nei confronti della Madonna dalla pelle bruna. Accanto ai pellegrinaggi che si svolgono lungo tutto l’arco dell’anno un appuntamento molto particolare anima il santuario: La Candelora, la festa in onore della Madonna di Montevergine. Un’armonica commistione di sacro e profano che unisce le origini pagane del luogo con la sua forte vocazione cristiana. Ogni anno, il 2 febbraio, l’ascesa verso il santuario esplode di canti, balli e travestimenti al suono di nacchere e tammorre. Protagonisti della festa i femminielli devoti alla Mamma Schiavona che nel 1200, si narra, salvò una coppia di giovani omosessuali cacciati dalla città e incatenati sul monte. Durante la festa degustazioni di prodotti tipici della zona.

 

Gesualdo – Il Volo dell’Angelo

La manifestazione più importante per tutti i gesualdini è senza alcun dubbio quella del Volo dell’Angelo, attorno alla quale si sviluppano i festeggiamenti per S.Vincenzo Ferreri. L’ultima domenica di agosto, a mezzogiorno, in un contesto scenografico spettacolare, un “Angelo” fa la sua comparsa sulla terra. L’Angelo è impersonato da un bambino, e inizia il suo volo legato a una fune d’acciaio tesa fra il bastione del Castello e il campanile del SS. Rosario. Secondo lo schema coreografico tradizionale l’Angelo si rivolge prima al Santo. Poi, agitando il suo dardo, sfida il diavolo. Lo scontro diventa cruento e continua per circa mezz’ora finché Lucifero sparisce nelle viscere della terra, da dove era venuto. La processione, partita al mattino, rientra in tarda serata e si conclude con una messa solenne, celebrata sul sagrato della Chiesa del Rosario sovrastante la folla nella piccola piazza. Segue la benedizione dell’Angelo che rientra percorrendo a ritroso il tragitto della mattinata. L’evento si svolge tradizionalmente l’ultima domenica di Agosto.

 

Baiano – Maio di Santo Stefano

La sera della Vigilia di Natale il paese si anima notevolmente, in particolare nei tortuosi vicoli detti “vesuni” dove viene allestita la grotta con la Sacra Famiglia. Dopo il cenone il bambinello viene portato in processione con un corteo molto rumoroso. Durante la messa vengono benedette le carabine e gli utensili utili per il taglio degli alberi. Inizia dunque la seconda fase della tradizione, in cui sacro e profano si fondono. Nel periodo di preparazione i boscaioli si recano presso Arciano e selezionano accuratamente un grosso albero che viene segnato con due grandi “S” di colore rosso per indicare che nella notte di Natale sarà abbattuto e sacrificato a Santo Stefano, patrono di Baiano. A taglio ultimato l’albero viene privato di rami e corteccia e trasportato in paese. Il tutto avviene in una vera e propria festa in cui i “mannesi” bevono vino e mangiano carni arrostite sul posto. Infine il grosso tronco entra vittorioso nel paese, in un’atmosfera euforica, tra musica tradizionale, tamburi, petardi e carabine per poi giungere alla Chiesa madre del Santo. Qui il Maio viene alzato e posizionato: vengono tese cinque funi e tirate contemporaneamente. È il momento più delicato del rituale, circondato da silenzio e concentrazione. Quando finalmente il Maio svetta, scroscia un grande applauso liberatorio. Segue un grande falò. La festa si svolge tra il 24 e il 25 dicembre.

 

Rocca San Felice – Medioevo a La Rocca

Da molti anni questa kermesse fa della piccola Assisi dell’Irpinia, il cuore delle feste medievali, con spettacoli di indubbio valore e di fascino. Tutta la comunità viene coinvolta con rievocazioni in costume, animazioni, mostre, mercati. Per quattro giorni le strade del borgo si animano di banchetti medievali, danze, poesie e cantiche. Bancarelle di olio, pane, vino, ghirlande e cuoio ricreano un mercatino antico. Giullari, volo dei falchi, burattini, antichi mestieri, il tutto rigorosamente ricostruito in un preziosissimo borgo che ha conservato tutto il suo fascino originario. Un vero e proprio salto nel passato anche attraverso i prodotti tipici del territorio: zuppe, cacciagione e vino. La manifestazione si svolge nel mese di agosto.

 

Altavilla Irpina – Palio dell’Anguria

Il palio dell’anguria è la rievocazione storica in costume del palio organizzato in occasione del passaggio di Costanza di Altavilla nelle contrade del paese, lungo il viaggio per Milano, dove si recava per diventare sposa di Enrico IV. La gara, seguita dal personaggio di Costanza e della sua corte, consiste in una corsa di asini, montati da fantini che portano sotto braccio un’anguria. La manifestazione si tiene ogni anno il 18 Agosto

 

Avellino – Palio della Botte

Il restauro terminato nel 2007 ha portato alla luce le antiche bellezze della chiesa di San Giovanni della Strada, nota agli avellinesi come Chiesa di Monserrato. Il luogo di culto dedicato alla Madonna di Costantinopoli, della quale si conserva un affresco recuperato intorno alla seconda metà del 1500, ha un intimo legame con i cittadini. Si narra che per festeggiare il ritrovamento dell’opera murale e l’ingresso della famiglia Caracciolo, in città si celebrasse una competizione tra bottari e tinai che facevano rotolare le botti lungo l’attuale corso Umberto I. Oggi, ogni 12 agosto, si ripete il palio delle botti con lo stesso entusiasmo e coinvolgimento di allora. Per il centro storico scorrono gli stendardi degli sbandieratori che seguono la Corte e il Carro del Tesoro fino in piazza dove il Principe dà inizio al palio. I rappresentanti delle sette contrade, in costume dell’epoca, dalla Chiesa di Monserrato fanno rotolare in salita le botti con una spranga ricurva fino alla Fontana di Bellerofonte (Fontana dei tre cannuóli). La festa si conclude con la premiazione del vincitore che, come vuole la tradizione, offre poi in beneficenza il premio conquistato.

Gesualdo – Palio dell’Alabarda

La manifestazione rievoca un importante avvenimento della storia della città: il perdono fra il Principe Carlo Gesualdo ed il figlio Emanuele avvenuto il 2 Marzo 1609. Lo storico perdono viene ricostruito sul sagrato del Cappellone in uno scenario bellissimo e con la partecipazione di oltre 200 figuranti, comprendenti le 2 coppie di principi: Carlo Gesualdo ed Eleonora d’Este, Emanuele Gesualdo e Polissena Furstemberg, due Cardinali, le coppie di nobili dei quattro quartieri (Canale, Cappuccini, Fiera, Piazza), arcieri, alabardieri, cavalieri, sbandieratori, tamburini e trombettieri. La storia narra che il principe Carlo per esprimere la sua gioia istituì il Palio dell’Alabarda che tutt’oggi viene disputato tra i cavalieri dei quattro borghi con una gara di tiro con l’arco e con una giostra di cavalieri.

Montoro Superiore – Pellegrinaggio a Cavallo al Santuario della Madonna dell’Incoronata

La manifestazione consiste nel recarsi in pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Incoronata in Montoro Superiore Avellino dove si venera il culto della Madonna. L’evento religioso si ripete da secoli: vi è il rito della benedizione degli animali; infatti è tradizione recarsi in pellegrinaggio al santuario a cavallo, con carretti e carrozze addobbate con fiori di carta recante l’immagine della Madonna dell’Incoronata. All’arrivo dei cavalieri preso il santuario si svolge l’antica tradizione di fare tre giri intorno al santuario con i cavalli, prima di entrare nel santuario per la messa. Successivamente sui prati circostanti al luogo di culto la festa continua in allegria consumando la merenda preparata secondo tradizione, tra balli e canti popolari. La manifestazione si svolge durante il mese di marzo.

 

Montella – Santuario del SS Salvatore e la Sfilata delle Congreghe

Il Santuario svetta sulla valle del fiume Calore dominando e allietando con la sua campana gli abitanti di Montella. La facciata esterna e il campanile sono stati costruiti nel ‘900. La chiesa è invece settecentesca e possiede un altare di marmi policromi con un’immagine del Salvatore scolpita al centro. Tre porte in bronzo con formelle a bassorilievo raffigurano la storia del Santuario, realizzate in occasione del secondo centenario degli avvenimenti miracolosi. Il SS Salvatore nel ‘700 salvò gli abitanti di Montella dalla siccità. Nel Santuario, accanto alla chiesa, si trova il pozzo del miracolo, una cisterna che aumentò miracolosamente il suo carico d’acqua per dare da bere alle trecento persone che si erano adoprate per portare il santo in processione propiziatoria verso il paese. Dopo cinque giorni, in occasione della SS Trinità, cadde una copiosa pioggia che permise di salvare i prodotti della terra. Ogni anno per festeggiare quella data tra maggio e giugno le Congreghe di Montella si uniscono dando vita ad uno splendido carosello nel quale sfilano le associazioni dei cavalieri della fede, uno spettacolo d’altri tempi ricco di emozioni.  Il mese ufficiale del pellegrinaggio è agosto

Serino – ‘A Rosamarina

Nel periodo pasquale, i componenti dei vari comitati festa di Serino addobbano le porte e i balconi dei loro concittadini con un ramo di rosmarino o di pino. Si tratta di un rito antichissimo risalente, verisimilmente, all’epoca pagana e al culto della dea Cibele, personificazione della Terra Madre, la cui festa si celebrava durante l’equinozio di primavera, fra canti di coribanti e il suono di cembali per celebrare il suo mito di dea della morte e della rinascita della vegetazione. Un rito, un dono e una formula atavici con cui , mediante le foglie acuminate dell’arbusto fiorito del rosmarino, si volevano esorcizzare malanni e malocchio, in assenza dei quali si acquisiva la certezza di una vita lunga e felice. La tradizione si rinnova ogni anno nel periodo pasquale.

Taurano – Carnevale

Taurano è, tra i borghi irpini, quello che conserva in maniera più gelosa e fedele gli antichi rituali legati a questa festività. Varie sono infatti le tradizioni legate al carnevale. Queste tradizioni hanno origine, con molta probabilità, da antiche feste pancristiane e da arcaici rituali, correlati alla terra e ai rapporti con il mondo divino, all’alternarsi delle stagioni, dei cicli vegetazionali e dei ritmi del lavoro. Degni di nota sono: il funerale del Carnevale (accompagnato dal corteo e dalla musicale che si conclude con l’incendio del fantoccio di Carnevale), la rappresentazione dei Mesi (in cui ogni ragazzo personifica un mese dell’anno), la Quadriglia (ballo popolare ispirato ai rituali del mondo contadino) e infine il Laccio d’amore (un ballo campestre in cui dodici coppie interpretano questo intreccio e disintreccio dei nastri ad un ritmo serrato).

Baiano – Carnevale

Il Carnevale baianese risente non solo dell’influenza irpina ma anche di quella partenopea; basti pensare a spettacoli itineranti quali i Mesi, ‘a Zeza, il Laccio d’amore e le varie tipologie di tatantella.

Col tempo il carnevale è cambiato per accogliere anche istanze più moderne, quali la presenza dei carri allegorici, ma senza rinunciare al patrimonio del passato, tanto nelle tradizioni quanto negli abiti tradizionali.

La sfilata dei carri allegorici attraversa tutte le principali strade del paese fino a giungere in Piazza Napolitano.  I festeggiamenti si svolgono ogni anno nel giorno di Carnevale.

 

Gesualdo – Carnevale

Il Carnevale Gesualdino si sviluppa in innumerevoli iniziative: dopo il taglio del nastro un lunghissimo corteo di auto d’epoca apre la strada alla sfilata dei carri e delle maschere, chiuso mirabilmente dai cavalieri del Palio e costellato di varie e sorprendenti attrazioni. Partecipano alla manifestazione i bambini delle scuole di Gesualdo e dei paesi limitrofi in cui la Pro Loco organizza lezioni, tenute dai maestri cartapestai, allo scopo di insegnare alle nuove generazioni la tecnica della lavorazione della cartapesta. All’arrivo in Piazza Neviera si scatena lo spettacolo musicale, con gruppi popolari e folkloristici che si alternano e si distribuiscono nella vasta area di svolgimento dell’evento. Il cortile dell’edificio Comunale ospita la coreografica esibizione dei maestri artigiani, che espongono le loro opere nel piano inferiore del vicino edificio; nel piano soprastante la scena è tutta per i deliziosi prodotti tipici dell’enogastronomia irpina, da degustare ed acquistare. Nella stupenda Piazza Umberto I è invece possibile rifocillarsi, riparati sotto immensi gazebi, con piatti di pasta e fagioli, salsicce, bistecche ed altri piatti della cucina locale. Anche qui, ad allietare i restanti sensi, grotteschi spettacoli teatrali conditi da tanta buona musica folk.

Clorinda De Feo


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