La Madonna del “Sacro Latte”, protettrice di Mirabella Eclano: le origini e gli sviluppi di un’antica testimonianza di pietà popolare
Sin dai suoi albori la Comunità religiosa mirabellana mostra un fervente culto mariano. Già nel VIII secolo d.C. si documenta l’edificazione della chiesa e cattedrale “di S. Maria” in Quintodecimo di cui sono visibili i resti presso il Parco archeologico di Passo di Mirabella, tra cui spicca l’antica vasca battesimale a croce greca.
Anche con lo spostamento del centro abitato che costituì il borgo di Aquaputida, avvenuto dopo l’anno Mille nel luogo in cui oggi sorge il centro storico della cittadina di Mirabella Eclano, la Comunità volle intitolare la nuova cattedrale alla Vergine, e tutt’ora la nostra Chiesa Madre è denominata “Chiesa di S. Maria Maggiore”.
La venerazione della Vergine col titolo di “Maria SS. del Sacro Latte” ha origini altrettanto antiche e si fonda sulla presenza in Mirabella di una ampollina contenente una sostanza biancastra a cui la Tradizione ha dato il nome di “Latte della Madonna”. Sulla natura e sulla provenienza di tale reliquia, tuttavia, von vi sono certezze.
In un opuscolo del 1987, il sacerdote e storico mons. Nicola Gambino, già parroco in Mirabella, effettua un’accurata analisi e pone numerose ipotesi circa la provenienza e la natura della reliquia in questione; una delle ipotesi vede il contenuto di detta ampolla provenire dalla Terra Santa, e in particolare da una grotta di Betlemme tutt’ora denominata “La Grotta del Latte”.
La leggenda narra che in questa Grotta abbia sostato la Vergine Maria nell’atto di nutrire il Bambino Gesù. Alle polveri di natura calcarea provenienti da questa grotta sono stati tradizionalmente attribuiti notevoli prodigi, tanto che i pellegrini in Terra Santa solevano portarne con sé piccole quantità.
Le vicende storiche documentate che attestano la crescente devozione alla Madonna del Latte hanno origine nel dicembre del 1631. Secondo le cronache dell’epoca, in quei giorni avvenne una violenta eruzione del Vesuvio che innalzò un’imponente nube di cenere e lapilli tale da raggiungere i confini orientali dell’Irpinia; a Mirabella la straordinaria pioggia di detriti provocò lo sfondamento del tetto della Chiesa dell’Annunziata (oggi sede dell’Auditorium parrocchiale).
In un atto notarile del notaio Gennaro Barisano del 1632, l’evento viene interpretato come una punizione divina tanto da spingere il popolo di Mirabella a commissionare una statua lignea della Vergine a grandezza naturale tale che “della mano della quale fusse ornata molto più la pretiosa reliquia del pretiosissimo latte della Beatissima Vergine“.
A tale immagine lignea fu dato il nome di Madonna della Vittoria; tale denominazione assunse anche la cappella in cui originariamente l’effige fu riposta. Oggi l’antica statua lignea è conservata in un’apposita cappella all’interno della Chiesa S. Maria Maggiore.
La piccola statua d’argento (cm.52 di altezza) che ogni anno viene esposta nei giorni della festività, fu acquistata più tardi, precisamente nel 1674, allo scopo di contenere la reliquia del Sacro Latte. Il costo della statua ammontò a 632 ducati e fu sostenuto dai canonici Carlo Quaranta e Ascanio Miletti oltre che dalle offerte dei fedeli.
Negli anni a seguire la devozione per la “Madonna del Latte” crebbe notevolmente anche a causa degli eventi calamitosi che si susseguirono.
Nel 1751 si concluse un importante restauro della Chiesa Madre resosi necessario a seguito del terremoto del 1732. In quella occasione fu creata, ed è tutt’ora presente, una cappella dedicata alla Madonna del Latte per interessamento del arciprete Pietro Antonio De Ruggiero, successivamente ornata di pregevoli marmi e di un cancello di ottone.
L’origine della Festa in onore della Madonna del Latte così come oggi la conosciamo si ha nel 1793. Nella notte del 4 febbraio, infatti, avvenne una forte scossa di terremoto le cui conseguenze, di fatto, furono lievi.
La popolazione attribuì lo scampato pericolo all’intercessione della Madonna. Per questo si decise di esporre la reliquia del Sacro Latte a devozione dei fedeli. Si tramanda che in quella occasione il contenuto dell’ampolla si sia liquefatto prodigiosamente. Da allora fu stabilito che la reliquia e l’immagine di Maria SS. del Sacro Latte venissero esposte sino al giorno 4 febbraio – giorno in cui si concludono solennemente i festeggiamenti- proprio in ricordo di quell’evento miracoloso.
Fu nei primi del ‘900 che il canonico F. S. D’Ambrosio compose le parole dell’inno dedicato alla Madonna del Sacro Latte, mentre l’arciprete F. Cappuccio s’incaricò di stampare l’immagine della Vergine che intercede presso il Cristo a scongiura del terremoto, raffigurato e personificato come il Demonio. La Vergine presenta al Cristo la reliquia del Sacro Latte sotto la quale è possibile leggere “sic audivimus sic videmus”, a indicare che i prodigi attribuiti alla Vergine e tramandati dalle generazioni sono tutt’ora visibili
Carmine Bruno