Violenza nello stadio di Nocera: coinvolto l’attaccante della SS. Eclanese, Michele Buonfiglio

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Non solo il Campionato, ahimè, trova spazio in questo numero, ma anche un episodio di violenza, accaduto nello stadio di Nocera Inferiore, che ha visto coinvolto il giovanissimo calciatore dell’Eclanese Michele Buonfiglio.

Attaccante della compagine di Mirabella, in casacca gialloblù già nella scorsa stagione, Michele Buonfiglio finisce agli arresti domiciliari, in quanto ritenuto responsabile, insieme ad altri 14 ultras della Nocerina, dei disordini scoppiati lo scorso 30 agosto, nelle ore precedenti l’anticipo serale della prima giornata di campionato di Lega Pro, in occasione della partita contro il Perugia.

Grande sconcerto in casa Eclanese. «Michele è stato sempre un ragazzo a posto», ha commentato il presidente Antonio Casale, «non ci saremmo mai aspettati una notizia del genere. Naturalmente la giustizia dovrà fare il suo corso e toccherà a lui dimostrare la sua innocenza».

Questa di Buonfiglio è una vicenda che vive a metà tra la cronaca e lo sport. Una notizia che si è lasciata dietro un senso di grande amarezza, ancor di più se si pensa che ad esserne protagonista è un ragazzo giovanissimo e, calcisticamente parlando, di notevole talento.

Si è purtroppo abituati a sentir parlare di violenza negli stadi. Di “tifosi” (è doveroso virgolettare il termine in questo caso usato impropriamente) che utilizzano l’occasione della partita della loro squadra, per dar vita a vere e proprie guerriglie che non rispondono ad alcuna logica. Inspiegabili gli atteggiamenti estremi di quanti esasperano il presunto senso di appartenenza alla squadra che finisce per trasformarsi in cieca violenza. Un vero e proprio cancro che sta minando il calcio, a prescindere dalla categoria.

Tralasciando il forse troppo facile giudizio e volendo aprire le porte a riflessioni generali (magari un po’ retoriche), non si può fare altro che interrogarsi sul perché si arrivi a tanto. Su quanta debolezza si celi dietro quei gesti di inaudita violenza. Forza e debolezza: un’opposizione di termini che sembra segnare in toto la vicenda esposta e lo stesso protagonista. Il calciatore tra le mura del D’Elia, l’ultras sugli spalti del San Francesco.

Antonella Salierno


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