Liceo Classico “Aeclanum”, davvero non ci accorgiamo del tesoro di cui disponiamo?

Liceo Classico

Diceva Giovanni Soriano: «Vera passione per la conoscenza in un giovane è quella che si mantiene viva nonostante la scuola». E’ una manna dal cielo, allora, sapere che nel Liceo Classico “Aeclanum” la passione vive ancora.

Eppure in paese si sente tutt’altro parere: la struttura non è adatta, mancano i laboratori, la preparazione dei ragazzi è scarsa, i docenti sono poco preparati. Tutto questo sarà vero?

A sentire le voci di chi è appena approdato nell’edificio di via Variante, le impressioni sono altre. Sarà per l’ambiente nuovo e le rinnovate responsabilità, ma i ragazzi del primo anno del Liceo Classico di Mirabella sembrano quanto mai motivati: «E’ una scuola ottima per acquisire cultura e per aprire la mente – dice I.A. – Chi sceglie il Liceo Classico deve avere un animo forte e tenace, deve saper sopportare. Molti mi chiedono perché sprecare tempo ed energia per studiare: la determinazione è data dal fatto che sappiamo che una volta usciti da qui, saremo qualcuno. Senza la cultura classica, ci troveremmo ancora nel Medioevo».

E ancora, T.E.: «Tutte le valutazioni negative che abbiamo sentito prima di iscriverci non ci hanno spaventato. Tra l’altro nulla di quello che è stato detto ci sembra vero. Non abbiamo bisogno di grandi cose: a scuola bisogna solo studiare».

E’ passato poco più di un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, ma i ragazzi hanno già le idee ben chiare e scacciano via i paragoni con le più acclamate scuole di Ariano Irpino e di Pietradefusi.

Sostiene C.F.: «Molti miei amici hanno preferito frequentare il Liceo di Pietradefusi in primis per la sua struttura. Non credo si debbano fare certe considerazioni. A scuola l’importante è ciò che si fa. Qui ho subito avuto buone impressioni, grazie soprattutto ai professori che ci hanno già apprestato alle nuove lingue».

Lo stesso pensa C.I.: «Sono venuta a conoscenza di brutte critiche anche nei confronti dei Licei di Pietradefusi e Ariano. Per questo credo sia inutile paragonare il nostro istituto ad altri: qui gli insegnanti sono qualificati e molto spesso capita che i professori del Liceo di Pietradefusi vengano ad insegnare a Mirabella. Il giro è sempre quello, insomma».

Ancora I.G.: «Non vedo il motivo per cui iscriversi altrove. Questa scuola è un bene per il paese. Devo ammettere però, che le altre scuole sono molto più brave a farsi pubblicità».  Invece, conclude I.A. che «molte volte i ragazzi vanno altrove quasi per moda. Ci si dimentica troppo spesso che le cose belle possono trovarsi anche nella nostra realtà».

Gli stessi professori, nonostante gli anni di servizio, conservano ancora lo stesso desiderio di conoscenza.

«Sono stata in molte scuole, – racconta Maria Principe, docente di greco e latino – ma la situazione è sempre quella. Il Liceo di Mirabella è come tutti i Licei: gli altri istituti non hanno nulla di superiore, né di inferiore. Dopotutto la scuola è una comunità di esseri umani, la scuola siete voi alunni. Non bisogna vedere il male in queste realtà, soprattutto da parte di chi ci vive. Parlare male della scuola è come sputare nel piatto in cui si mangia. Questo Liceo non ha nulla da invidiare a nessuno. Certo è che il latino ed il greco non ti offrono lavoro, ma ti danno la capacità di affrontare ogni tipo di studio. Anche volendo ridurle, si tratta pur sempre di materie utilitaristiche che ti arricchiscono spiritualmente. Le nostre parole hanno il sangue greco».

E pensare che questa classe non avrebbe neanche dovuto esserci. Fino a qualche mese prima dell’inizio dalla scuola si era stati con un interrogativo: il primo anno del Liceo Classico “Aeclanum” si formerà o non si formerà? Con soli quindici alunni si fa fatica ad avviare una classe che dovrà reggere per cinque anni… eppure ce l’abbiamo fatta! Questa volta ci è andata bene ma, da qui ad una decina d’anni, cosa ne sarà di questo Liceo? Lasceremo che venga chiuso? Il tempo passa, le generazioni cambiano, le lingue antiche svaniscono… e la nostra scuola muore. Peccato che a morire sarà anche il paese.

Un esempio? Da qualche tempo vige a Mirabella la “questione commercio”. Le vendite diminuiscono sempre di più. Se chiude anche il Liceo Classico, di certo la situazione non migliora. I ragazzi, dopotutto, sono i migliori acquirenti: un giorno un quaderno, l’altro una caramella, una pizzetta o un panino, l’altro ancora un pacco di sigarette. E se chiude il Liceo, neppure questo.

Cosa vogliamo fare?

Lasciamo che i nostri giovani fuggano altrove?

E la città di Mirabella sarà destinata a morire?

Il futuro sono i giovani! Perdere loro vuol dire perdere la speranza.

 Irene De Dominicis


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