….la prima volta in pista! (2° parte)
La preparazione della moto
Se c’è una cosa che agli amatori manda in estasi è mettersi a smanettare vicino alla propria ‘motina’. Prepararla, metterla a punto soprattutto in vista di una pistata. Ma cosa un amatore che si trova per la prima volta in pista deve fare alla propria moto?!
E inoltre, quali dovrebbero essere i gadget irrinunciabili del novello motociclista pistaiolo?
Come già accennato, evitate tutti quei costosi gadget che non vi serviranno a nulla: crono, scarico supercompleto superperformante, centralina all’ultimo grido, filtro racing, cambio elettronico, e via. Non servono a niente. Molto meglio investire i soldi in altro. Come prima cosa le gomme. Schiaffatevelo bene in testa: CON LE GOMME NON SI SCHERZA.
Il rapporto che c’è tra il motociclista e le gomme è lo stesso che c’è tra un nascituro e il cordone ombelicale della madre: vitale. Le gomme ci tengono, ci danno la possibilità di fare alcune cose e, quindi, divertici, che è il motto principale che dobbiamo seguire. Spesso mi è capitato di vedere gente che entra in pista con gomme ormai finite al centro, e sempre ho sentito le stesse giustificazioni: “tanto in pista uso la spalla in curva”.
Ecco, questo è un errore grave, perché non si tiene conto del fatto che quelle gomme hanno ormai subito diversi cicli di riscaldamento e raffreddamento, che portano all’ingottamento della mescola. Sullo stesso piano ci sono le gomme con più di 10mila km e intatte: quelle gomme non sono buone, perchè ormai sono di marmo. In pista, liberi dei freni inibitori e degli istinti di conservazione, portiamo a stressare le gomme in una maniera 10 volte superiore all’utilizzo stradale.
Quindi entrare sempre con gomme buone. Già, ma quali gomme?! Ecco un altro errore tipico: se da un lato c’è chi ignora il problema gomme, dall’altro c’è chi se lo pone ma trova una soluzione altrettanto sbagliata.
Per cominciare, infatti, non servono gomme ipertecnologiche in mescola racing usate nel campionato superbike. Basta una normale gomma sportiva stradale, gomme che ormai tutte le principali case hanno più di un esemplare a listino. Pirelli Diablo Corsa, Bridgestone BT014-015, Metzeler Rennsport o M3 sono solo alcuni degli esempi di ottime gomme sportive stradali ottime per cominciare in pista. E’ inutile avere gomme prettamente pistaiole perché queste soffrono di vari problemi:
- hanno bisogno di un ritmo elevato per andare in temperatura, perché il loro obiettivo è resistere alle altre temperature (e quando parlo di alte temperature, parlo di 130°C e oltre), e se non riscaldate a dovere non danno confidenza, si strappano e tendono a durare poco meno di 2mila km.;
- sono gomme tecniche con un profilo appuntito che richiedono una guida adeguata, aggressiva, e sicuramente non sono gomme per “imparare”.
E’ sull’argomento gomme che i “fenomeni” si sprecano: “metti le gomme in mescola e vedi che levi 1 secondo a giro”. Vero, verissimo. Ma stiamo parlando di uno che gira già fortissimo e vuole adoperare un prodotto per andare ancora più forte. Alle prime volte avrete più di 10 secondi da levare (se siete fortunati): le gomme in mescola ve ne levano 1 o 2, ma gli altri li dovete levare voi. Quindi nessun risparmio sulle gomme ma soprattutto nessun risparmio sull’aria. La pressione delle gomme è un altro elemento importante. Controllatela sempre e con un misuratore di precisione (non vi affidate ai manometri dei benzinai). In pista una corretta pressione dovrebbe aggirarsi sui 2.1-1.9, ma per cominciare un 2.2-2.1 è più che sufficient
Se la vostra intenzione è dedicarvi assiduamente alla pista, allora mettete in conto un set di carenature in vetroresina (se la vostra moto monta carenature).
Le carene originali costano uno sproposito, e in caso di malaugurata scivolata… beh, son dolori. Certo, non è detto che al battesimo vi dovete presentare già con carenature racing: a patto di non strafare, le prime volte si può tranquillamente girare con la moto originale.
Controllate sempre l’efficienza dell’impianto frenante e, se ancora non l’avete fatto, dotate la vostra moto di un set di tubi in treccia, che migliorano la frenata e la costanza di rendimento: ho visto troppa gente stamparsi alla prima pistata per colpa dei tubi di serie.
Controllate, inoltre, che le pastiglie siano efficienti e che l’olio non abbia troppo tempo (ogni 2 anni un olio Dot 4 va cambiato, Dot 5.1 anche prima di 1 anno – cambiare l’olio dei freni è un operazione delicata, che può essere fatta da soli con un po’ di pratica – e l’olio è sicuramente un componente che costa nulla). Un ottimo investimento è rappresentato dall’acquisto dei tamponi salva-carter, che in caso di caduta possono aiutare sensibilmente a ridurre i danni. In commercio se ne trovano diversi, ma quel che conta è cercare di puntare su prodotti “tecnicamente” validi, che magari sacrificano l’estetica. Non è raro vedere tamponi belli da vedere accartocciarsi su se stessi e provocare altri danni seri alla moto.
Puntare sempre alla sostanza: l’apparenza lasciamola ai fighetti da bar.
Le sospensioni sono un altro punto importante: prima di entrare in pista dovremmo sempre assicurarci della loro efficienza e verificare che l’assetto impostato (qualora la moto lo permetta) sia ottimale per una guida in pista.
Quì è importante spendere due parole approfondite. L’errore più comune è quello di stravolgere l’assetto della moto prima di entrare in pista. Questa è l’operazione più controproducente che si possa fare, soprattutto quando non si sa quello che si fa. Cambiare l’assetto della moto significa cambiarne il comportamento dinamico, e alla prima pistata è meglio non farlo.
Quasi sempre si cade nell’errore di chiedere consiglio ai fenomeni e quasi sempre si riceva al risposta “è troppo morbida”. E’ infatti convinzione comune che “la morbidezza” del setting di una moto si una fattore assoluto, un po’ come la morbidezza di un peluche. Non esistono setting morbidi: esiste il setting personale per il pilota che guiderà la moto.
Un setting morbido per un pilota di 80Kg è sicuramente rigido per uno di 60. Il setting è una cosa personale che andrebbe eseguito da persone esperte: fatevi dare una mano da un amico esperto o da un tecnico qualificato. La prima volta entrare con mono e forke ohlins non serve a niente, anzi e controproducente.
Questi gadget affascinanti che fanno molto “racing” lasciamoli alle persone esperte: impariamo sempre a sfruttare e capire quello che abbiamo, poi passiamo a cambiare le cose che non vanno. L’errore classico che si commette è quello di rendere la moto una tavola di marmo: chi ha detto che il setting migliore è quello rigido modello trave di travertino?!?!? Il setting ottimale è il setting che vi permette di sfruttare al meglio le vostre sospensioni lungo TUTTO il loro arco. A questo link http://www.dbrt.it/sospensioni.htm trovate un’ottima guida per effettuare le regolazioni di base delle sospensioni della vostra moto.
Altro aspetto importante è “smontare gli specchietti” sia per preservarli in caso di caduta (un componente in meno che si rompe) sia per evitare che dagli specchietti inquadrate chi vi sta per sorpassare: può far mettere molta paura vedere qualcuno che sopraggiunge a cannone. Quindi smontateli e se proprio non ci riuscite, chiudeteli per bene e lasciate agli altri l’oneroso compito di passarvi nel punto che riterranno più opportuno.
La preparazione di noi stessi
Quasi sempre concentriamo la nostra attenzione sulla nostra moto ignorando noi stessi. La regola principale è sempre quella di ridurre prima a noi le conseguenze di una eventuale caduta, e poi alla moto. Indossare quindi sempre capi tecnici e di pelle e al 100% della loro efficienza.
La tuta possibilmente prendiamola professionale e comunque accertiamoci che tutte le chiusure funzionino a dovere. Risparmiare su un componente così importante come la tuta è da cretini. La tuta è un accessorio che deve vestire in maniera “tecnica”, ossia deve calzare al meglio per proteggerci. La tuta non deve farci sembrare fighetti: deve proteggerci. Quindi è importante che sia aderente a sufficienza per evitare che le protezioni si spostino, ma al tempo stesso deve lasciarci liberi di agire a sufficienza. Fermo restando che la tuta è importante adoperarla anche per strada, entrare in pista essendo la prima volta che si indossa una tuta non è una scelta saggia. Alla tuta ci si deve abituare, e quindi avere a che fare con un’altra variabile mentre giriamo riduce il nostro coefficiente di divertimento.
Insieme alla tuta si deve sempre indossare un paio di stivali racing che proteggano in caso di cadute. Gli stivali devono calzare bene e soprattutto dovete verificare che non vi siano movimenti relativi del piede o del polpaccio al loro interno. Indossate sempre un paraschiena omologato e guanti racing con protezioni in carbonio, sempre in pelle.
Inutile dire che il casco deve essere integrale e ben allacciato. Quando entriamo in pista lasciamo nei box orologi, bracciali, orecchini e altri gadget che possano costituire pericolo. Lasciamo inoltre foulard e simili che possono staccarsi e mettere a repentaglio la vita degli altri. Inoltre, mai riporre nelle tasche interne della tuta oggetti come telefonino, chiavi di casa, ecc: in caso di caduta questi oggetti possono far più male della caduta stessa.
Può sembrare superfluo e retorico, ma in pista si deve sempre entrare al 100% delle proprie facoltà psicofisiche. Se non abbiamo voglia, lasciamo stare. Mai entrare se si è molto stanchi, perché in pista ci si stanca MOLTISSIMO. Inoltre, mai far uso di sostanze alcoliche o farmaci che possono ridurre la lucidità: ricordiamoci che il rispetto di noi nasce dal rispetto per gli altri. La pista è un posto potenzialmente pericoloso, e dobbiamo evitare di poter arrecare danni agli altri occupanti.
Gianpiero Scala