Aldo, Giovanni e Giacomo in Ammutta Muddìca: quando il palco non basta…

Aldo Giovanni e Giacomo

Francesco De Gregori in una sua famosa canzone del ‘79, racconta un’Italia che lavora, si dispera, s’innamora, un’Italia metà dovere e metà fortuna. Dell’Italia dei giorni nostri ne parla chiunque, persino chi non ne sa nulla. E mai una parola carina: solo stragi, razzismo e tasse. Non ci resta che piangere? No, meglio ridere!

Divertiamoci mentre parliamo dell’Italia, o meglio, degli italiani. Gli italiani che corrono solo per tenersi in forma, che sono schiavi di Equitalia, che hanno paura di fare un tatuaggio, che sono avanti con l’età.

Cosa c’è da ridere? Chiedetelo ad Aldo, Giovanni e Giacomo. Nel loro ultimo spettacolo teatrale, Ammutta Muddìca, i tre comici riescono ad affrontare la quotidianità con estrema semplicità e ironia. Interagiscono con complicità, come tre buoni amici che si divertono ancora dopo anni di comicità condivisa, che sembra non bastargli mai. E non potrebbe essere altrimenti: cosa sarebbe Giacomo senza Giovanni? E Giovanni senza Aldo? Chi è legato alla loro comicità, sa bene cosa trasmette quel magico trio e non può non divertirsi. Non può evitare di cogliere la loro attualità nostalgica, fondata sui grandi pilastri della comicità all’Italiana ma sempre pronta a smussarsi e a rinnovarsi.

Il trio siculo-lombardo si muove ovunque: in Tv, in teatro, al cinema.

Ammutta Muddìca è nato in teatro. «Quello che raccontiamo – rivela Giacomo – ha bisogno di una dimensione più piccola, come il teatro. Partiamo dalla realtà ma la vediamo sempre deformata in chiave surreale. Per questo nello spettacolo visitiamo cose normali, come il desiderio di farsi tatuare o quello di gareggiare nelle maratone: partiamo dalla realtà ma poi viaggiamo di fantasia».

Lo spettacolo è stato affidato all’instancabile guida del trasformista Arturo Brachetti, che li aveva già diretti in esibizioni precedenti quali I Corti (1995), Tel chi el Telùn (1999) e Anplagghed (2005).

«La fantasia di Arturo Brachetti ci dà qualcosa in più», racconta Giovanni. E quel qualcosa in più sembra aver dato i risultati sperati: con 180mila biglietti venduti in cinque mesi, Ammutta Muddìca è stato lo spettacolo teatrale più visto della stagione e ha raggiunto il tutto esaurito in tutte le ottanta repliche.

Il tour è partito il 30 novembre 2012 dal teatro Fraschini di Pavia e ha toccato quindici città diverse, fino all’ultima data del 18 aprile al Gran Teatro-Saxa Rubra di Roma. Peccato solo che l’unica data meridionale sia stata quella di Catania. Sì è arrivati a Lugano… perché non fissare qualche data giù al sud? Forse per questo si è pensato ad una soluzione più accessibile a tutti: il cinema.

A distanza di sette anni da Anplagghed, campione d’incassi per la stagione teatrale 2005/2006 e dopo il film La Banda dei Babbi Natale, vincitore del Biglietto d’Oro 2011, Aldo Giovanni e Giacomo tornano sul grande schermo per un solo giorno.

La proiezione prevede trenta minuti di sketch inediti e il meglio della commedia Ammutta Muddìca. Il film-evento è stato proiettato in determinate sale cinematografiche italiane lo scorso 16 ottobre: un’unica data per godere di un umorismo pungente e genuino.

Un momento, ma cosa vuol dire Ammutta Muddìca? Si tratta di un termine siciliano scelto al posto del lombardo disciùles, affermazione con lo stesso significato.

«E’ un invito a non lasciarsi andare – spiega Aldo – Significa “spingi mollichina”. E’ come dire “formichina spingi la mollica”, così usciamo da questa crisi. Nelle nostre intenzioni – continua Giacomo – ha un significato positivo. Non è un brusco imperativo, piuttosto un incoraggiamento, uno stimolo alla speranza».

E allora forza, svestiamoci dalle incertezze e cominciamo a ridere!

 Irene De Dominicis


Print pagePDF pageEmail page
Print Friendly, PDF & Email