Confraternita di Misericordia: 10 anni di volontariato, prospettive future e occasione mancata con il “Servizio 118”
Esattamente dieci anni fa, nel 2003, nel nostro paese, nasceva la “Confraternita di Misericordia di Mirabella Eclano”. Era, quello, un periodo molto particolare per Mirabella, che alcuni mesi prima era stata colpita, nel giro di pochissimi giorni, da due immani tragedie che avevano sconvolto tutti: lo spaventoso incidente stradale costato la vita ai due giovani eclanesi Gerardo Sirignano e Alfredo Racca, e la morte della piccola Edda Picariello, investita da un’auto mentre scendeva dal marciapiede.
Da allora la nostra cittadina non è stata più la stessa, anche perché queste, purtroppo, sono state foriere di una lunga e dolorosissima serie di disgrazie che, spietate, si sono abbattute sulla nostra piccola comunità. Sono momenti, questi, in cui ognuno di noi, nel bene e nel male, cerca invano una spiegazione razionale a ciò che, inesorabile, si presenta davanti ai propri occhi, e laddove non è, ahimè, la logica che può dare risposte.
La cosa che fa più rabbia è sicuramente il sentirsi impotenti di fronte a tutto ciò, la sensazione di non poter far niente per evitare che simili sciagure accadano o che, peggio ancora, si ripetano.
Da queste riflessioni è partito il nostro concittadino Carmine Cirillo quando, insieme ad un nutrito gruppo di volenterosi giovani e all’amico fraterno Tommaso Ferri, ha deciso di non rimanere a guardare e di impegnarsi in prima persona per cercare, per quanto possibile, di evitare che queste tragedie continuassero a mietere vittime. Da qui la decisione di istituire un’associazione come la “Misericordia” il cui scopo principale fosse proprio il soccorso sanitario in emergenza che, come ben sappiamo, può rivelarsi decisivo in situazioni del genere.
Oggi, a un decennio esatto dalla nascita della “Misericordia” di Mirabella Eclano, abbiamo incontrato proprio lui che ne è stato il socio fondatore, Carmine Cirillo, con il quale abbiamo cercato di tracciare un bilancio di questi primi 10 anni di intensa attività.
Dottor Cirillo, da dove è nata la volontà di far costituire la “Confraternita di Misericordia” a Mirabella Eclano?
«Questo mio impegno è nato, oltre che da motivazioni personali, dal voler cercare di reagire alle numerose tragedie che fino a quel momento si erano abbattute sulla nostra città. Mirabella è un comune abbastanza esteso e la mancanza di un punto di assistenza per l’emergenza sanitaria era qualcosa a cui in qualche modo bisognava tentare di rimediare. Ciò che mi ha spinto è stato, oltretutto, il desiderio di poter essere utile, seppur nel mio piccolo, a chiunque si trovasse in una situazione di difficoltà. Io, inoltre, venivo già da un’esperienza molto positiva proprio in questo settore, dato che alcuni anni prima, nel 1999, avevo svolto un anno di Servizio Civile presso la Misericordia di Fontanarosa».
A suo parere, cosa spinge un comune cittadino a diventare un “volontario”?
«Molte volte mi sono chiesto che cosa faccia diventare “volontario” un volontario e le possibili risposte sono tante. Queste azioni si compiono per carità cristiana, per partecipazione umana, per ricchezza interiore, ma soprattutto per ricevere donando. Perché in una società come quella attuale, che propone come modello la ricerca dell’affermazione individuale, spesso a scapito del prossimo, il volontariato è il superamento di quell’avarizia di sé che ci rende tutti terribilmente più “poveri”».
Quali sono stati gli obiettivi principali che si è proposto istituendo quest’Associazione?
«Beh, fin dall’inizio l’obiettivo più importante per noi tutti è sempre stato quello di riuscire a portare il “Servizio medico 118” a Mirabella, che credo sia un servizio di vitale importanza per tutta la nostra Comunità. Come le dicevo, Mirabella, che gode di un’estesa superficie, è un punto di riferimento territoriale e per di più sede di un’A.S.L. che serve numerosi paesi del circondario, quindi non avere un punto di assistenza per l’emergenza sanitaria è un po’ un’anomalia, soprattutto alla luce del fatto che strutture di questo tipo sono presenti presso Comuni limitrofi che hanno poche anime. Alcune delle tragedie che ci hanno toccato così da vicino si sarebbero potute evitare se solo i soccorsi fossero stati più tempestivi… e questo, mi permetta, per quanto mi riguarda è un grosso rammarico. Proprio a tal proposito, un altro dei nostri obiettivi più sentiti e per il quale ci siamo battuti tanto è stato l’acquisto di un’ambulanza all’avanguardia di ultima generazione (di tipo “A”) che ci avrebbe permesso di essere all’altezza di offrire un servizio del genere. In merito a ciò mi preme aggiungere che, oltre all’autotassazione di noi volontari, senza la generosa collaborazione di tutta la cittadinanza, l’acquisto di questo veicolo non sarebbe stato possibile. In particolare hanno, inoltre, contributo anche le famiglie di Francesco Buccella, Luca Di Pietro, Mirella Rossetti e della piccola Edda Picariello, ai quali la nostra ambulanza è intitolata».
All’acquisto di questa nuova ambulanza come mai non è seguita l’istituzione del “Servizio medico 118”?
«Questo lo dovrebbe chiedere all’allora Coordinatore provinciale delle Misericordie e all’allora Coordinatore provinciale delle Pubbliche Assistenze. Sono loro che, nel 2009, si sono seduti al tavolo di concertazione per l’assegnazione delle postazioni S.A.U.T. (Servizio Assistenza Urgenze Territoriali) e dei punti S.T.I.E. (Servizio Trasporti Infermi in Emergenza). Ah dimenticavo, la medesima domanda andrebbe rivolta anche al nostro primo cittadino, l’ingegnere Vincenzo Sirignano».
Mi scusi, ma in una deliberazione di Giunta comunale del novembre 2009 si legge che la richiesta di autorizzazione per l’apertura di un nuovo punto S.A.U.T. o S.T.I.E. nel comune di Mirabella Eclano abbia ricevuto parere favorevole…
«È ben noto a tutti che la nascita del “Servizio medico 118” è stata ostacolata dalla politica. A mio parere, infatti, i criteri con cui vengono fatte queste assegnazioni sono dettati da accordi e motivazioni puramente politici. E Mirabella Eclano è stata fatta fuori da un piano già fatto. Proprio per questa ragione ho ritenuto opportuno dimettermi dalla carica di “governatore” a metà del 2010 e farmi da parte. Tutto ciò, infatti, mi è sembrato una presa in giro non solo a livello personale, ma anche e soprattutto nei confronti di tutta la Comunità mirabellana. E credo che una cosa del genere sia assolutamente inaccettabile».
Ma secondo Lei è possibile che la politica metta da parte gli interessi della collettività per avallare i propri?
«È solo una vergogna! E non aggiungo altro».
Concludendo, Lei in una prospettiva futura pensa che questo progetto sarà accantonato del tutto o potrebbe essere rivalutato?
«Posso rispondere semplicemente con una metafora: quando cambierà il direttore d’orchestra sicuramente anche la musica sarà diversa…».
Fabiola Genua


