Il maestoso «Christus triumphans», un’opera scultorea romanica della prima metà del XII secolo
La presenza delle dinastie normanne nel Mezzogiorno d’Italia ha caratterizzato i tempi dell’Alto Medioevo, lasciando agli storici non poche tracce dell’antico popolo originario dell’Europa settentrionale.
Anche a Mirabella Eclano tutt’oggi sono apprezzabili alcuni manufatti di pregevole fattura, frutto di questa florida civiltà, che si aggiungono al ricco puzzle delle opere di cui la nostra comunità è ricca.
Un esempio di quanto appena descritto è il maestoso Crocifisso ligneo conservato nella Chiesa di S. Maria Maggiore, un’opera scultorea di grande valore che testimonia le antiche origini della civitas eclanese, niente affatto estranea ai fenomeni storici ed artistici che hanno coinvolto l’intera Europa oltre lo spartiacque dell’anno Mille.
Il Crocifisso, le cui dimensioni sono 233 cm (altezza) X 215 cm (apertura delle braccia), è una scultura in legno policromo datata intorno alla prima metà del XII secolo (1.150 c.a.), di memoria normanna e provenienza aquitanico-tolosana, avente caratteristiche iconografiche peculiari.
Il Cristo viene infatti rappresentato vivo con il capo dritto e gli occhi aperti, tanto da essere descritto come Christus triumphans, modello della scultura romanica, che rappresenta il Cristo trionfatore sulla morte e sul peccato, unificando nella Croce i misteri della Passione e della Resurrezione.
Tale iconografia si contrappone al modello del Christus patiens, che raffigura l’Uomo morente con il capo reclinato ed il corpo deformato dalla sofferenza, diffusosi già dal XIII secolo per l’influenza che ebbero gli ordini religiosi mendicanti (nati e propagatesi in quell’epoca) nell’esaltare l’umiltà e la sofferenza di Cristo.
Il nostro Crocifisso, insieme al Fonte Battesimale, è quanto ci resta dell’antica cattedrale di Aquaputida, sorta a seguito della fondazione del nuovo agglomerato urbano dalle ceneri di Quintodecimo, costituita da tre navate ed ingresso con quadriportico e dotata di torre campanaria (secondo lo stile romanico), successivamente ricostruita ed ampliata nel corso dei secoli e a seguito delle calamità sino ad assumere l’aspetto odierno risalente al secolo XVIII.
Carmine Bruno