La gestione privata dell’ex macello comunale non rispetta le norme vigenti tra l’indifferenza dell’Amministrazione comunale e delle Autorità preposte
Laddove non regna il buonsenso, la logica vorrebbe che a intervenire fosse la norma, e più precisamente che un piano regolatore arginasse la costruzione di un macello comunale a dieci metri da un’abitazione privata.
Il condizionale è d’obbligo, però, se si parla di un caso specifico, ovvero quello dell’ex mattatoio comunale, delocalizzato in via Chiariello: tutt’oggi in funzione, la struttura sorge proprio in prossimità della casa di un’anziana donna e a meno di cento metri da un altro paio di abitazioni.
La storia del macello risale al 1980, quando tre tecnici di Mirabella Eclano acquistarono una superficie, di circa 600 metri quadri, allo scopo di costruirvi una segheria, che però stranamente non venne mai realizzata.
Qualche anno più tardi il Comune acquistò quella struttura, ormai dismessa, per costruirvi il macello comunale, tre anni fa venduto, mediante una pubblica gara d’appalto, ad una società con sede legale in Taurasi.
Intanto, il macello rappresenta chiaramente un’illegalità rispetto alle norme vigenti che imporrebbero di collocarlo ad una adeguata distanza dai centri abitati.
«Il problema non è solo che sentiamo le urla degli animali destinati alla macellazione» – denuncia la signora A.T.- «ma sono oltre dieci anni che sopportiamo le esalazioni maleodoranti che si levano ogni giorno, e nella stagione estiva non possiamo neppure aprire le finestre».
E’ proprio vero! Basta recarsi presso la casa della donna per accorgersi che, oltre alle grida degli animali, il rumore emesso dalla caldaia che riscalda l’acqua e quello del frigorifero che raffredda la carne, è continuo: «…abbiamo provato a lamentarci… abbiamo fatto richiesta di un silenziatore… spesso si fa fatica a prendere sonno a causa del rumore che ci perseguita perfino la notte, ma purtroppo le nostre richieste sono cadute nel vuoto», lamenta la donna.
«Più di una volta ho visto sversare – dichiara sempre la signora A.T. – il carrello colmo di scarti ottenuti dalla macellazione degli animali (compreso letame e liquami) nella campagna di fronte, direttamente nel terreno… Come se non bastasse, spesso il carrello lascia cadere sull’asfalto rivoli di sangue e altro genere di scarti, che oltre a produrre odori nauseanti, diventano pasto per mosche e altri insetti, oltre che naturalmente per cani randagi richiamati dall’odore».
Gli animali vengono trasportati vivi nel fine settimana e il lunedì comincia la macellazione, che si ripete poi mercoledì e venerdì. Gli scarti accumulati, invece, vengono trasportati su un normale carrello guidato da un trattore, nel tardo pomeriggio di venerdì.
Senza adottare alcun provvedimento che impedisca la fuoriuscita di colaticci, questi scarti vengono trasportati, in barba ad ogni regola di igiene e sanità pubblica, su un carrello scoperto privo di un qualsiasi cartello che avverta del trasporto di rifiuti speciali, per poi andare a finire – quando non direttamente nel terreno – in vasche (?!) situate all’interno di una tenuta, poco distante, di proprietà di un operatore del settore, e tutto ciò «con l’autorizzazione del Comune», stando a quanto ci ha detto il giovane alla guida del trattore.
Ma il Comune di Mirabella, che autorizza (?!) lo scarico di liquami e scarti animali a meno di 100 metri da un’abitazione, è al corrente del fatto che esso avviene trascurando ogni sorta di norma vigente?!
Dopo oltre dieci anni, il Comune e quindi gli attuali Amministratori comunali dovrebbero rompere questo silenzio, misto ad acquiescenza, e fornire finalmente delle risposte ai cittadini, stanchi di subire la presenza illecita ma purtroppo “compiaciuta” di quel macello.
E le altre Autorità preposte ai controlli, presenti sul territorio, che ben sanno di questa incresciosa vicenda, cosa fino ad ora hanno fatto? Niente!
Cosa, di sicuro, faranno? Nulla!
Antonella Tauro
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