“Badare al capello”: forse in autunno conviene!!!
Impossibile negare che i capelli rappresentano per noi uomini, ma ancor di più per le donne, un elemento fondamentale di esteriorità. Tutti cerchiamo di curarli nel miglior modo possibile, di acconciarli come ci è più congeniale ma al tempo stesso numerose sono le preoccupazioni che scaturiscono quando ci accorgiamo di lasciarne qualcuno di troppo sul cuscino, sui vestiti o sulla spazzola.
Nella stagione autunnale, conosciuta ormai come “il periodo delle castagne”, tale fenomeno si intensifica ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente. Normalmente, infatti, ogni giorno ciascuno di noi perde tra i 50 e gli 80 capelli e, a meno che non si effettuino lavaggi o spazzolature, la cosa passa del tutto inosservata. Un sano ricambio dei capelli permette maggior respiro alla cute e rinnovamento ma la perdita diventa eccessiva e quindi degna di nota quando il numero di capelli persi sale dai 100 ai 200 per giorno.
Il ricambio è dovuto all’attività ciclica dei follicoli piliferi: a periodi di attività, durante i quali producono il capello, si alternano periodi di riposo. Normalmente un capello cade quando il follicolo ha iniziato a produrne uno nuovo pronto a sostituirlo. Inoltre l’attività dei follicoli non è sincrona e ciascun follicolo lavora in modo del tutto autonomo. Di norma nel cuoio capelluto sono presenti follicoli in fase attiva (90%) e follicoli in fase di riposo (10%) e questo spiega perché in condizioni fisiologiche i capelli cadono un po’ ogni giorno e non tutti insieme, a differenza invece di altri mammiferi la cui sincronizzazione del ciclo fa sì che tutti i peli si ricambino in occasione della muta.
Circa 6 italiani su 10 vengono colpiti dalla perdita di capelli e, secondo un recente studio, sembra che per 2 italiani su 5 la prospettiva di restare calvi faccia più paura che ingrassare. Il problema riguarderebbe tutti indistintamente, uomini, donne, vecchi e giovani. A soffrire di più di questa condizione sono le persone che hanno i capelli lunghi in quanto alla caduta stagionale si aggiunge la tradizionale fragilità del capello lungo che si spezza con maggiore facilità.
Qualsiasi allarmismo però è inutile: durante l’autunno l’aumento della perdita di capelli è riconducibile allo stress generato dall’estate appena trascorsa, quando ci si ritrova scarichi di energia e pieni di tensione, tutti elementi che si riflettono sul capello aumentandone il suo naturale ritmo biologico. In realtà secondo i dermatologi la caduta dei capelli in questo periodo non è soltanto una leggenda metropolitana, anzi, si tratta di un fenomeno fisiologico. Tale processo, infatti, dipende oltre che dallo stress post-estate anche dalla variazione delle ore di luce nell’arco della giornata: un meccanismo complesso mediato nell’organismo dalla melatonina, ormone coinvolto nel processo di regolazione sonno/veglia.
Dietro alla caduta precoce e inusuale di capelli, nonché dietro alla perdita della loro naturale bellezza e salute, possono esserci anche diversi altri fattori, tra i quali malattie, predisposizione genetica e dieta scorretta. Infatti, così come si è soliti affermare che “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, anche capelli rovinati, sfibrati o che cadono, possono lanciare un segnale negativo per quanto riguarda le nostre condizioni psicofisiche e quindi fare da specchio dell’attuale stato di salute.
Nella composizione chimica dei capelli troviamo l’acqua ed altri principi nutritivi come i lipidi, alcuni sali minerali (ad esempio Magnesio, Zinco, Ferro), pigmenti (eumelanina nei capelli scuri, feomelanina nei chiari), vitamine e, soprattutto proteine (in gran parte cheratina). E’ fondamentale quindi scegliere le sostanze ed i cibi più appropriati per la vitalità del capello introducendo in modo equilibrato tutti i nutrienti attraverso l’alimentazione quotidiana, abbinati a sani stili di vita. Ciò migliora la salute dei capelli e ne contrasta la caduta. E’ necessario garantire un giusto apporto proteico giornaliero usando alimenti con proteine ad alto valore biologico (carne, uova, pesce e latticini) ma anche alimenti vegetali con alte percentuali proteiche (legumi, soia). Bisogna privilegiare i grassi mono- e polinsaturi presenti nell’olio extra-vergine di oliva, olio di semi di lino, olio di soia e nella frutta secca. Una carenza di questi grassi polinsaturi può rovinare il cuoio cappelluto e favorire la caduta.
E’ altresì importante fare attenzione alle carenze vitaminiche, anche se questi principi nutritivi sono generalmente presenti in moltissimi alimenti. In primo piano abbiamo la Vitamina A (carote, zucca, cachi, melone, albicocche e pesche) che è in grado di salvaguardare i capelli dalle aggressioni esterne, regolare la sintesi delle cheratine e favorire la formazione di mucopolisaccaridi mentre la sua carenza può generare secchezza cutanea e rendere i capelli più fragili e opachi. Grazie alla presenza dei gruppi metilici anche la Vitamina E (oli vegetali, frutta a guscio, germe di grano e uova) è un ottimo antiossidante ed è importante per la salute dei capelli, allo stesso modo anche la Vitamina C (arance, mandarini, limoni, pompelmi, spinaci, prezzemolo e cavolo). Per contribuire al buono stato di salute dei capelli e combattere i radicali liberi non dobbiamo trascurare inoltre l’apporto delle Vitamine del gruppo B come la Vitamina B5 o acido pantotenico (lievito di birra, semi di sesamo e di girasole, uova, cereali integrali), la Vitamina B6 (germe di grano, fegato, pesce e latte) e la Vitamina B8 (tuorlo, carne e pesce).
Insomma, il messaggio è chiaro: la cura dei capelli, nella stagione autunnale come in ogni altro momento dell’anno, comincia a tavola. L’importante è allora non drammatizzare la situazione e avere la pazienza di aspettare che la natura faccia il suo corso, senza cadere nella trappola di chi offre “pozioni miracolose”. In commercio, infatti, esistono moltissimi integratori, alcuni specificatamente indicati in caso di indebolimento dei capelli, ma è importante prestare molta attenzione e, soprattutto, assumerli sotto controllo specialistico. Un’eccessiva assunzione degli stessi, infatti, potrebbe potenziare gli effetti negativi.
Perdere i capelli è una condizione che deprime, non si può biasimare nessuno che vedendone cadere una quantità eccessiva dalla propria chioma possa allarmarsi. Per molti questa condizione è un vero e proprio trauma capace di generare problemi gravi di autostima: per gli uomini perdere i capelli significa perdere la propria virilità, significa quasi regredire al periodo presessuale e, dunque, vivere una parziale distruzione della personalità. Facile è inciampare nell’equazione capello uguale mascolinità, anche per chi non soffre di disturbi legati all’autostima o alla percezione dell’immagine di sé.
Tuttavia, non si tratta di una battaglia persa in partenza: magari ci vorrà del tempo per vedere i primi risultati e, se la causa del problema viene individuata in modo precoce, la probabilità di successo aumenterà.
L’importante è affidarsi alle mani esperte degli specialisti che sapranno consigliare gli opportuni esami da effettuare, soprattutto se il fenomeno della caduta non si limita al cambio di stagione ma prosegue anche negli altri periodi dell’anno. Troppo spesso la paura ha il sopravvento sulla lucidità: chi ha il coraggio di affrontare la situazione senza nascondersi, il più delle volte ha la meglio. Ecco perché avere fiducia non è soltanto un atteggiamento da inguaribili ottimisti, ma la via dettata dal buon senso per raggiungere un maggior livello di serenità.
“Quel che il tempo lesina agli uomini in fatto di capelli glielo risarcisce in fatto di spirito”. (William Shakespeare)
Lino Moscato