Calcio, “Napoli Club Aeclanum”: il cuore azzurro di Mirabella
Lo sapevate che a Mirabella Eclano c’è un piccolo stadio San Paolo? Una piccola curva partenopea in una terra irpina. La differenza, forse, è solo visiva: nello stadio di Fuorigrotta stupisce il colpo d’occhio degli ottantamila tifosi; nel “Napoli Club Aeclanum”, invece, a stupire è la grande aria di familiarità.
Nell’edificio di Vico Cappuccio, c’è l’intimità di chi si conosce da anni e si rincontra per il cenone di Natale. Come ogni grande famiglia, in questo caso azzurra, si attende la mezzanotte (o meglio, il 90° minuto) per aprire il regalo sotto l’albero: la vittoria del Napoli.
Credetemi, non si tratta di frasi aleatorie buttate su carta per creare enfasi. E’ tutto vero, perché l’affiatamento e la passione per i colori azzurri sono tangibili e prorompenti. Io stessa sono stata testimone del tifo appassionato del “Napoli Club Aeclanum”, assistendo alla partita Chievo-Napoli dello scorso 31 agosto, su invito del presidente Donatello Izzo. Ad ogni gol (e il Napoli ne ha rifilati ben quattro ai suoi avversari!), il boato dei tifosi presenti mi ha invaso le tempie come una calda ondata marina. Più volte avrei voluto stropicciarmi gli occhi, per meglio capire se mi trovassi a Mirabella o a Napoli.
Per l’occasione, ho scambiato qualche chiacchiera con il presidente Izzo e alcuni tifosi.
«Siamo partiti nel luglio del 2007 – ci spiega il Presidente del Club Napoli, Donatello Izzo – entusiasmati dalla promozione del Napoli in Serie A e dalla grande presenza di tifosi partenopei nella nostra località. Era opportuno creare questo punto di ritrovo per favorire momenti d’aggregazione tra persone che condividono la stessa passione per il Napoli Calcio ma anche per Napoli e per la napoletanità in generale. Abbiamo chiamato il nostro Club “Aeclanum” per far capire che a tesserarsi non dovranno essere solo mirabellani, ma anche persone dei paesi limitrofi. Questo, infatti, è uno dei nostri obiettivi e ringrazio la Direzione del giornale “La Fenice” per averci dato questo spazio, così che il nostro messaggio possa arrivare ancora più lontano. Siamo una grande famiglia: il 25 luglio abbiamo festeggiato sei anni di attività e chissà, magari questo è l’anno buono per la nostra squadra».
Non tutti si aspettavano questa grande longevità del Club. Lo conferma Tino Sirignano, che ha visto nascere il Club durante quella calda estate di sei anni fa: «A Mirabella i progetti non sono mai a lungo termine. Tutto finisce molto presto. Per questo non avrei mai scommesso sul Club, ma ho voluto farne parte per la forte passione per il Napoli che è alla base di questo gruppo. Il Napoli di oggi ha dimostrato di essere migliorato, nonostante la perdita di Cavani e la mancanza di un altro difensore centrale».
Lo stesso pensa Rocco Ciampa, cittadino Grottese che ha abbracciato il progetto del Club di Mirabella: «Anche a Grottaminarda era stato avviato un Club per i tifosi del Napoli, ma è durato solo un anno. Qui mi trovo bene, siamo un gruppo di molti amici. Per quanto riguarda il Napoli, non avrei mai pensato che potesse arrivare a certi livelli, ma ora sento di poter mirare in alto: bisogna vincere lo scudetto!».
Al coro di voci si aggiunge quella di Giovanni Bruno, anche lui di Grottaminarda: «Neanch’io avrei mai pensato che il Club potesse durare, ma gli ho dato fiducia, così come do fiducia al nuovo Napoli di Benitez, nonostante il modulo sia cambiato, dopo anni cui c’eravamo abituati ad un reparto difensivo diverso. La cosa bella di questo Club è il calore della gente, la cui passione per la maglia azzurra ci lega e ci accomuna».
Poi ci sono Jenny e Nicola D’Ambrosio, gemelli non solo di nascita ma anche di fede calcistica: tifosi napoletani da quando erano in fasce, non mi stupirei se il loro sangue, oltre ad essere lo stesso, fosse azzurro come il Napoli. «Da quando c’è il presidente De Laurentiis – dicono i due – il Napoli ha grandi ambizioni, per questo non c’è nessuna delusione. Anche se siamo all’inizio, questo nuovo Napoli ci piace, possiamo storcere il naso solo sulla difesa: manca qualcosa lì dietro».
Infine, Mauro Addonizio: «Io ho creduto nel Club, anche se c’è da dire che Mirabella non eccelle in quanto a progetti del genere. Si tratta comunque di un’opportunità di aggregazione da vivere insieme a chi ha la mia stessa passione. Quando abbiamo iniziato, speravo in un grande Napoli ma non immaginavo tutte queste soddisfazioni. Attualmente, nonostante siano le prime battute del campionato, ho qualche perplessità sulla difesa e penso che occorrano due buoni difensori. Il nuovo portiere, Pepe Reina, mi sembra bravo a gestire la palla, ma mostra qualche pecca tra i pali».
Il “Napoli Club Aeclanum”, oltre a fomentare la passione dei tifosi, si batte per incentivare un tifo non violento. Un esempio è l’iniziativa dal nome “Fratelli d’Italia”, promossa dall’ente “Febbre Partenopea”. Nella giornata del 7 aprile 2013, i Club napoletani di Mirabella, Vallata, Modugno, Piacenza e Modena hanno assistito alla partita Napoli-Genoa assieme al “Genoa Club Compagnia Unica”, per celebrare il gemellaggio tra le due tifoserie.
A raccontare quella giornata sono i tifosi che l’hanno vissuta: Tino Sirignano e Giovanni Bruno l’hanno vista come un’opportunità per fraternizzare con chi vive di colori diversi dall’azzurro. Sempre Giovanni ci parla, inoltre, del messaggio solidale che i Club hanno divulgato con la raccolta alimentare per i più poveri. Rocco Ciampa ricorda con piacere il pranzo e la visione della partita. I gemelli Jenny e Nicola custodiranno gelosamente questa esperienza, condivisa per la prima volta con chi in campo è avversario.
Al di là dei colori, delle bandiere e dei valori, c’è una realtà: il “Napoli Club Aeclanum” ha portato un pezzo di Napoli a Mirabella, per colmare il cuore di chi di Napoli ci vive. Si tratta di un piccolo eden azzurro, dove chiunque può far risuonare un “Forza Napoli” tra i vicoli del centro del paese. Un semplice grido che può frantumare i muri e inondare le case. Dopotutto, al mondo si vive e si muore di passioni. In questo caso, di passioni azzurre.
Irene De Dominicis