Ansia e depressione post-vacanza: quando il ritorno alla normalità può diventare un incubo

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Credo di poter interpretare un po’ il pensiero di tutti gli eclanesi affermando che Settembre, con il suo fascino particolare, è forse per la nostra comunità il mese più bello ed intenso dell’anno. Purtroppo però Settembre è anche sinonimo di estate e vacanze finite, tutto ritorna all’ordinario e con esso si avvicina anche il “terribile” momento del rientro a scuola. La sveglia suonerà nuovamente presto e l’eco delle campanelle scolastiche lascerà alle spalle di tutti gli studenti italiani la spensieratezza dei giorni trascorsi.

Per molti piccoli allievi quest’anno sarà il primo in classe, per altri invece sarà un rientro a scuola fatto di nuovi compagni, nuovi insegnanti e nuovi ambienti in cui muoversi. In entrambi i casi vi è la possibilità che il primo giorno di scuola si trasformi in un vero incubo. Stress, ansie, timori e paure si condensano rendendo i pochi passi che separano i ragazzi dall’ingresso nella loro nuova classe un vero e proprio calvario.

Uno studio condotto dall’University College di Dublino ha divulgato dati abbastanza allarmanti: circa il 15% dei bambini in età prescolare soffrirebbe di ansia, depressione e paura per la riapertura della scuola. Il problema non è da sottovalutare soprattutto perché dovrebbe essere uno dei momenti più felici in cui un bambino può giocare ed iniziare a socializzare. Dallo studio è emerso che già dai primi mesi di vita possono essere individuati i soggetti più a rischio; è stato infatti dimostrato che il temperamento del neonato e l’eventuale depressione materna sono i principali fattori predittivi dello sviluppo di depressione e ansia. Eventi come la riapertura delle scuole, a causa dello stress che sono in grado di generare, possono essere fattori scatenanti.

A tal proposito la Società Italiana di Pediatria ha stilato un vademecum per guidare ed aiutare i bambini ad affrontare in maniera corretta questo difficile momento e, soprattutto, fornire ai genitori, spesso impreparati, delle norme comportamentali per trasmettere ai propri figli un senso di tranquillità.

  1. Nelle settimane precedenti al primo giorno di scuola, è utile scandire la giornata del bambino introducendo durante i momenti ludici delle attività tipiche dell’ambiente scolastico, come la lettura di un libro, il disegno e così via;
  2. I genitori non devono reagire al pianto del bambino con frustrazione e preoccupazione. Il pianto è, infatti, una reazione normale, non bisogna farne una tragedia;
  3. Accompagnare i piccoli a scuola e aspettare con loro qualche minuto perché si sentano a loro agio;
  4. Evitare di abbandonare il bambino a scuola andando via di nascosto per paura di scatenare reazioni e/o crisi di pianto. Gli psicologi suggeriscono di attendere qualche minuto fuori dalla classe e di avvertire il bambino che si sta per andare via, in modo da non farlo sentire abbandonato e tradito.

Un errore che molti genitori ingenuamente commettono, forse perché esasperati dai capricci, è quello di descrivere la scuola come uno spauracchio che porta via vacanze e divertimenti, sostituendoli con compiti e impegni. E’ importante esaltare invece solo gli aspetti positivi del ritorno a scuola come, ad esempio, l’incontro con i nuovi o vecchi compagni di classe. È bene riprendere i ritmi scolastici gradualmente, senza cambiamenti bruschi e con una buona dose di entusiasmo almeno una/due settimane prima del rientro tra i banchi. Bisogna quindi far riabituare i bambini a un sonno più regolare, ridurre i tempi da trascorrere davanti alla TV e con i videogiochi per aumentare poco per volta la dose quotidiana dei compiti delle vacanze, in particolare al mattino così da permettere poi lo svolgimento di attività ludiche nel pomeriggio.

Un altro aspetto, molto spesso sottovalutato, ma che invece riveste un ruolo fondamentale è quello dell’alimentazione. Bisogna necessariamente abituare i bambini a consumare una sana ed equilibrata colazione: per invogliarli a scendere giù dal letto senza troppi capricci, soprattutto nei primi giorni di scuola, si può puntare su alcuni dei loro alimenti preferiti, magari preparati in casa, senza trascurare l’importanza del latte e della frutta fresca. In ogni caso puntare su una colazione creativa e colorata potrebbe dimostrarsi una mossa vincente oltre che indispensabile per affrontare la giornata con la giusta grinta ed energia.

Insonnia, nervosismo e spossatezza eccessiva sono al tempo stesso disturbi tipici che colpiscono anche gli adulti al termine delle vacanze estive. Molti sperano di riprendere più carichi il solito tran-tran invece il più delle volte si ritorna al lavoro quasi più stanchi di prima, con dolori muscolari, continui cali d’attenzione o mal di testa.

Niente di particolarmente preoccupante, sono solo i sintomi della cosiddetta “Sindrome post-vacanza” che in inglese viene definita “Post-holidays Blues“, da “blue” che significa tristezza e depressione. Il termine si riallaccia all’omonimo genere musicale che in origine indicava i canti di tristezza e dolore diffusi tra le comunità nere in schiavitù.

La sindrome da rientro colpisce circa 6 milioni di italiani, in particolar modo le donne che, più degli uomini, faticano a riabituarsi alla vita quotidiana. Il più delle volte è dovuta al repentino cambiamento delle abitudini: dal clima di relax tipico delle vacanze si passa, infatti,  magari in pochi giorni, ai ritmi serrati della vita quotidiana.

Come per i più piccoli, anche per gli adulti è importante seguire poche e semplici regole per rendere il ritorno alla normalità meno stressante.

  1. Dormire un numero di ore sufficienti cercando di abituarsi gradualmente senza mai passare repentinamente dalle 8-10 ore di sonno delle vacanze alle 6-7 che al massimo ci si concede quotidianamente;
  2. Meglio rientrare dalle vacanze con qualche giorno di anticipo rispetto alla fine delle ferie in modo da riabituarsi alle temperature ed ai ritmi quotidiani. Però mai farsi prendere dal panico dalla quantità di lavoro che si accumula durante la nostra assenza. Bisogna puntare sui piccoli obiettivi lasciando i progetti più impegnativi per un secondo momento;
  3. Continuare a praticare attività fisica, soprattutto se la vacanza è stata “attiva”, perché aiuta a diminuire lo stress e a riposare meglio. L’ideale sarebbe fare jogging o una passeggiata in bicicletta così da sfruttare i vantaggi dello stare all’aria aperta;
  4. Altro scoglio molto duro da superare è il passaggio dalla luce del sole presente in spiaggia a quella artificiale dell’ufficio in quanto ciò mette molto sotto stress sia corpo che mente. Per tale motivo sarebbe opportuno approfittare di brevi momenti, come ad esempio la pausa pranzo, per consumare un pasto all’aria aperta piuttosto che al bar, godendo di questi ultimi giorni di sole e caldo;
  5. Infine non bisogna mai dimenticare il ruolo centrale che riveste la nostra Dieta. Poiché, soprattutto in questo periodo, il nostro cervello ha innanzitutto bisogno di zuccheri, sarebbe opportuno ripristinare sane abitudini dietetiche usando sia i carboidrati semplici (saccarosio, miele, confetture, frutta), ma senza eccessi, che quelli complessi (pane, pasta, riso e cereali). Bisogna prediligere frutta e verdura di stagione ed è meglio scegliere del pesce piuttosto che abusare della carne. In più,  rinunciare a qualche caffè di troppo, al fumo di sigaretta, alle bevande gassate e agli alcolici aiuterà il nostro organismo a disintossicarsi in modo da farci sentire nuovamente in forma e pieni di energia per affrontare la stagione fredda con maggior equilibrio e leggerezza.

“Non guardare al passato con rabbia o al futuro con ansia, ma guardati intorno con attenzione”. (James Thurber)

 Lino Moscato


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