L’ingegno e la passione dell’aeromodellista Vincenzo Rossetti
L’esperienza dell’ottantatreenne eclanese Vincenzo Rossetti nell’ambito dell’aeromodellismo, disciplina sportiva oggi molto diffusa, rende tangibile l’idea della passione per lo sport.
Mi ha calorosamente accolto all’interno del suo laboratorio. Sul tavolo da lavoro un ‘Piper Arrow II’ color giallo è pronto per gli ultimi ritocchi, prima della prova di volo; sugli scaffali, attrezzi e materiale da lavoro “decorano” l’ambiente, pregno dello stesso odore di una bottega di artigiano.
Quando e come ha scoperto la passione per i modellini degli aeroplani?
«Non saprei, non ricordo il periodo esatto in cui ho iniziato ad appassionarmi all’aeromodellismo. E’ una passione che dura da sempre, sin da quando ero bambino. Ho sempre subito il fascino dell’aviazione. Guardavo con meraviglia e con entusiasmo gli aerei, sognando poi di pilotarli. Nel 1979 ero a Piacenza e lì conobbi un geometra che, accortosi della mia grande passione per gli aerei, mi coinvolse nella pratica dello sport, anche se già da prima, in compagnia di amici di Mirabella, mi dilettavo nella costruzione di questi modellini».
L’aeromodellismo è uno sport che si compone si due fasi: la costruzione del modellino e il pilotaggio. Quale di esse predilige?
«Sicuramente la costruzione. Attualmente si trovano pezzi già pronti in commercio, quindi è più semplice e più veloce realizzare i modelli. In passato, invece, praticamente si partiva da zero. Bisognava realizzare ogni piccola parte, assemblarle e… sperare che il tutto funzionasse».
Quali sono, secondo lei, le doti che deve possedere un buon aeromodellista?
«E’ un’attività che richiede concentrazione e grande prontezza di riflessi. La costruzione dei modelli è frutto, invece, di un enorme lavoro di pazienza e di tenacia. Oggi, grazie all’esperienza maturata, riesco a capire velocemente quale sia il possibile problema, ma, ripensando all’inizio, a quando li costruivo da ragazzo, inesperto e a digiuno di ogni rudimento di meccanica o di ingegneria, devo ammettere che solo la pazienza di smontare e rimontare i pezzi e la curiosità di capire gli errori, le tecniche giuste da applicare e i materiali più adatti, mi facevano andare avanti».
Attualmente come coltiva questo sport?
«Ho smesso già da tempo di pilotare i modellini, ahimè, i riflessi non sono più quelli di un tempo! Mi diverto a costruirli e, ancora di più, mi diverto ad aggiustarli. Sono membro dell’associazione aeromodellisti “Rino Marena” che ha sede a Villamaina e sempre con grande piacere assisto alle prove di volo che fanno i ragazzi. Mi piace molto il clima creatosi all’interno di questo gruppo, sostenuto da una sana competizione, indispensabile nella pratica di qualsiasi disciplina sportiva. Per quanto mi riguarda, il più delle volte dispenso qualche consiglio, li aiuto nelle riparazioni. Anche se, ogni volta, il volo di quei piccoli modelli mi regala emozioni indescrivibili».
Antonella Salierno