La carica esplosiva dei ‘Molotov’ accende l’estate irpina

molotov

Vivono in una terra che d’estate è una tavolozza di colori, respirano nell’aria essenze di storie che hanno caratterizzato il Meridione, vestono di speranza i racconti delle loro canzoni, simbolo di una generazione tra passato e innovazione.

Tutto questo e molto altro, in un unico e prorompente sintagma: i MOLOTOV D’IRPINIA. Sono sette i giovani ragazzi che compongono il gruppo, nato nel 2005, nei creativi laboratori musicali del loro paese d’origine (Villamaina e Castelfranci).

Piero Buccella, Antonio Modano, Giovanni Famiglietti, Pietro Giusto, Franco Zarrella, Giuseppe Capobianco e Andrea Saldutti, che fanno dell’isocronismo calamitante dei loro strumenti, di matrice tradizionale e sperimentale (tamburello, fisarmonica, chitarra 12 corde e acustica, pad, basso e chitarra elettrica) una formula sonora vitaminica ed entusiasmante.

Non si prendono mai troppo sul serio, dichiarano, ma a quanto pare, nella loro musica, sempre ad alta frequenza, arde un ritmo comunicativo inarrestabile che da oltre sette anni, accende, con un mix di suoni e anima, le luci frenetiche della ribalta.

Il loro moleskine musicale si riempie di esperienze a date che lasciano il segno: dalle serate a microfoni aperti delle manifestazioni estive più importanti e gremite d’Irpinia, ai palcoscenici più rinomati, sui quali sono approdati negli anni, aprendo concerti di artisti come Eugenio Bennato, Taranta Power, Vinicio Capossela e 99 Posse, fino a calcare il red carpet del Giffoni Film Festival con il brano “Io non sono un dio”, colonna sonora del film di Federico Di Cicilia, “L’ultimo Goal”, che presenta, in anteprima mondiale una messa a fuoco dello scenario irpino del tutto alternativo.

Il loro segreto? «Insistere, non scoraggiarsi mai ed investire nel presente per guadagnarsi il futuro», in una terra che non si arrende al grigio della rassegnazione, ma che, dignitosa nonostante tutto e padrona assoluta delle sue radici, continua a regalare, attraverso la musica, sfumature variopinte di speranza.

«La nostra terra è bella. Non ha un solo colore; conserva bene l’azzurro del cielo, il verde e il viola della vita e dell’uva, il nero ed il marrone della terra, il giallo del grano e infine non manca il trasparente delle idee, che non la rende mai monotona» – Dopo il riscontrato successo ottenuto con il primo disco “Le nuvole del cielo terrone”, i Molotov collezionano, uno dietro l’altro, riconoscimenti e plausi da ogni angolo d’Italia, grazie a brani coinvolgenti, carichi di passione e significato.

Si tratta di messaggi in continuo movimento, “postati” alle nuove generazioni con il linguaggio del web 2.0, autentici canti narrativi che rivelano il sapore amaro delle iniquità subite dalla nostra terra nel corso del tempo, nella cornice popolare dell’etno-folk made in Irpinia.

E così, tra un full di concerti previsti nei mesi di agosto e settembre, visibili sull’affollatissima pagina facebook del gruppo e i numerosi impegni per definire un nuovo disco di inediti, atteso per il 2014, i talentuosi cantastorie, dalla personalità esplosiva, non mandano in vacanza la voglia di divertirsi, di stare tra la gente e unirsi al pubblico,  che senza sosta li segue dal vivo e in rete.

Forti dell’amicizia che li lega da sempre, anche fuori dal palco, i Molotov si definiscono un vero e proprio movimento, una band allegra e divertente, divenuta, grazie alla tenacia e all’amore per la musica, un solido marchio di fabbrica del nostro entroterra, che attraverso canzoni come “Suona ancora”, “Immagina un altro Sud”, “Il canto dei sanfedisti”, “A uso meridionale”, “Unonoveottozero”, vive e canta la sua rinascita.

Nei loro live, le lanterne magiche di voci e strumenti si fondono con il pubblico, creando atmosfere di fantastica sinergia… imperdibili spettacoli musicali che accendono l’estate e dove batte all’unisono un unico, grande cuore: quello dell’Irpinia: terra di musica, vitalità e passione.

 Anna Esposito


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