Angelo Santamaria, un ultraottantenne campione di bocce
La maggior parte dei lettori, sentendo il nome di Angelo Santamaria, penserà sicuramente all’artista di Mirabella Eclano, autore di numerose tele e diverse sculture. Tuttavia, in questa pagina, si vuole porre sotto i riflettori un’altra passione dell’ ottantaseienne eclanese: “il gioco delle bocce”.
Santamaria, infatti, sin da giovanissimo ha coltivato questo sport, come hobby da praticare in compagnia di amici, nei piacevoli pomeriggi d’estate (in passato i campi di bocce si trovavano solo all’aperto). E’ stato, in seguito, fautore della fondazione della società A.S.D. Eclanese, nel 1974, allora presieduta da Gerardo Papaleo, regolarmente iscritta alla Federazione Italiana Bocce. È stato anche il primo, della società eclanese, a portare a casa un’ambita coppa, proprio nell’anno di apertura.
Molti altri sono stati i successi sportivi di Angelo Santamaria: la vittoria del trofeo “Enrico Fermi”, più di trent’anni fa, conquistato in una gara a coppia che lo ha visto al fianco di Furio Pirone; la vittoria della medaglia d’oro, sempre in una gara a coppia, la “Marinelli”, giocata con Vito Minafra; così come l’ultimo trofeo, conservato nel bocciodromo di Mirabella, ottenuto grazie alla vittoria della gara di Croce Veste. Di recente, Angelo Santamaria ha ricevuto una targa, con la quale è stato premiato in qualità di bocciofilo più anziano d’Italia.
«Trascorro spesso le ore del tardo pomeriggio qui al bocciodromo» – racconta Angelo Santamaria, con aria serena, mentre mi mostra la “Storia delle Bocce” edita da Po. Li. Graf, all’interno della quale ha appreso moltissime notizie relative a questo sport.
«Cerco sempre di giocare e tenermi allenato. Il gioco delle bocce è uno sport che ha molti vantaggi e dà beneficio al corpo. Mi dispiace che a Mirabella Eclano pochi giovani si siano avvicinati al gioco delle bocce, forse, però, è anche un po’ colpa dell’egoismo di noi anziani».
Ad un occhio poco attento, quello delle bocce potrebbe risultare un semplice passatempo, si tratta, invece, di una disciplina che richiede una buona mira, unita alla capacità di calibrare bene il lancio, necessita di molto allenamento e soprattutto di grande concentrazione.
«Il mio motto – dice sorridendo Santamaria, dopo aver simulato un tiro – è che “…se volete giocare a bocce, mettete i nervi in tasca!».
Antonella Salierno