Casale: «Il calcio a Mirabella segue la scia di Ettore Sirignano»
L’imprenditore Antonio Casale, nuovo presidente della S.S.D. Eclanese, subentrato al compianto Ettore Sirignano, tirando un sospiro di sollievo dopo la conquista dell’obiettivo salvezza, racconta la travagliata stagione calcistica della squadra di Mirabella Eclano, impegnata nel girone B dell’Eccellenza. Mai logo fu più azzeccato per l’Eclanese, guidata quest’anno dal tecnico Montanile, dell’Araba fenice: proprio come il celeberrimo animale mitologico, la squadra è rinata dalle proprie ceneri, riuscendo, dopo un campionato difficilissimo, a conservare la categoria.
Facendo qualche passo indietro, torniamo al settembre del 2012, periodo in cui è venuto a mancare l’ingegnere Ettore Sirignano.
Come è nata la decisione di prendere in mano le redini della squadra e avviarla al campionato di Eccellenza?
«La scomparsa di mio cognato Ettore, al quale mi legava un profondo affetto e verso il quale nutrivo grande stima, ritenendolo un uomo dotato di estrema intelligenza e lungimiranza, mi ha toccato profondamente. Ci ha lasciati in un momento particolare soprattutto per quella sorta di famiglia, rappresentata dalla società di calcio di cui da sempre si era occupato. Il Campionato di Eccellenza sarebbe iniziato di lì a poco e l’Eclanese non aveva ancora una squadra completa. Era questione di giorni. Bisognava decidere se impegnarsi e portare avanti il progetto calcistico oppure lasciar perdere. Più di una persona ha cercato di dissuadermi dal proposito di provare a mettere su una squadra ed iscriverla al Campionato. Tuttavia, da uomo caparbio e sentimentale quale sono, spinto dalla voglia di proseguire un progetto così importante, per il quale mio cognato aveva lavorato per anni, decisi di provarci. Preoccupato per l’aspetto economico della faccenda, organizzai in prima istanza un incontro con l’amministrazione comunale e con alcuni imprenditori, locali e non. Inizialmente raccolsi più di un appoggio in favore del progetto. Tuttavia, dopo poco tempo mi ritrovai praticamente da solo (anche se alla fine molti sono saliti sul carro dei vincitori): alcuni degli imprenditori coinvolti vennero meno, altri faccendieri presero impegni, senza poi ottemperarli. Ciò nonostante, scattò in me una molla particolare, mossa dal desiderio di non vanificare l’impegno di Ettore e perché no, da un po’ di orgoglio personale, che mi portò ad avviare il progetto: mettere su la rosa della prima squadra e avviare la scuola calcio».
È stata una stagione a dir poco travagliata. Si è parlato dalla salvezza dell’Eclanese come di un miracolo. In qualità di presidente della squadra, come ha vissuto il campionato dell’Eccellenza?
«Penso che quest’anno, il settore calcistico di Mirabella Eclano, abbia scritto una vera e propria pagina del “libro Cuore”. Tanti sono stati i momenti di sconforto. I ragazzi hanno affrontato periodi difficili: non sono mancate squalifiche e infortuni e addirittura, nel mese di dicembre alcuni calciatori, data la situazione di grande svantaggio della squadra, decisero di abbandonare. Tuttavia la tenacia e la grinta hanno portato l’intero team a dare il meglio, uscendo da questa esperienza fortificati. Il loro sacrificio è stato notevole, ma la gioia che ho visto negli occhi dei ragazzi alla fine dei play out mi ha fatto capire che si sono sentiti ampiamente ripagati. Per sintetizzare l’esperienza della squadra durante questo Campionato, mi sembra calzante l’immagine di una grossa nave in balia delle onde, soggetta a venti contrari, ma che alla fine riesce ad approdare in un porto sicuro! Da parte mia, credo di avere assolto a tutti i compiti. La società è uscita dal campionato senza debiti e i calciatori sono stati regolarmente pagati».
Come pensa abbia risposto la piazza?
«Mi è dispiaciuto riscontrare, tra i cittadini di Mirabella, uno scarso attaccamento alla squadra. In fondo, a parer mio, avere una società calcistica iscritta ad un campionato di tale importanza, quale è l’Eccellenza, la serie A del Dilettantismo, come amava definirla Ettore, dovrebbe essere un punto di forza per il paese, una sorta di biglietto da visita in grado di rappresentare la Città di Mirabella a livello regionale. Ho messo a disposizione gli autobus, anche per i tifosi, per raggiungere la squadra nelle trasferte, ma le presenza sono state poche. Del resto anche al Lando d’Elia gli spalti hanno visto pochi tifosi».
Lasciando per un attimo da parte la vicenda della prima squadra, poniamo attenzione all’altra grande eredità di Ettore Sirignano: la scuola calcio.
«La Scuola calcio di Mirabella ha sempre rappresentato un cardine fondamentale, nella visione che Ettore Sirignano aveva dello sport. Per lo svolgimento delle attività di questo settore ho avuto la possibilità di contare su preziosi collaboratori. Alla fine, siamo riusciti a portare a termine ben sette campionati con i bambini protagonisti. L’impegno continuerà! Posso già anticipare che ho preso contatti con una squadra di seria A, che rappresenta la massima espressione a livello di calcio giovanile, e che è disposta ad inviare osservatori».
Parliamo del futuro. Ci sono progetti in vista per il prossimo anno?
«Sicuramente! Abbiamo raggiunto un risultato importante, un traguardo significativo e, per l’anno prossimo, credo sia giusto puntare più in alto, attraverso un progetto allargato e ambizioso. La società rimane saldamente nelle mani della famiglia Sirignano – Casale, tuttavia mi piacerebbe avere adesioni da parte di altre persone, di nuovi protagonisti che possano partecipare sia in termini economici, che in termini di collaborazione attiva. L’occhio imprenditoriale, indispensabile a questi livelli, mi ha portato a riflettere sulla possibile realizzazione di un progetto ad ampio raggio, con l’Eclanese punto di riferimento calcistico dell’area della media valle del Calore. L’altro settore che voglio potenziare è la Scuola calcio e intendo organizzarla seguendo la medesima visione del calcio che aveva Ettore. Mi piacerebbe quindi poter contare su allenatori che siano buoni educatori, dispensatori di regole e di tattiche sportive, ma anche di sani principi e di valori positivi».
Antonella Salierno